Calcio

La coppia Osimhen-Kvara fa un altro urlo scudetto: zittiti i cori vergognosi

Due gol del nigeriano, il georgiano fa pure l'assist. Maradona e Spalletti nel mirino degli ultrà di casa

La coppia Osimhen-Kvara fa un altro urlo scudetto: zittiti i cori vergognosi

Evitata la prima di una lunga serie di trappole. Ce ne saranno tante come queste, soprattutto partite cosiddette abbordabili sulla carta ma che nascondono insidie e imprevisti, un modo per parlare di catenaccio e marcature a uomo. Del resto, qualcuno si dovrà pur inventare qualcosa per fermare il Napoli, ancora protagonista vittorioso a La Spezia e sempre in fuga solitaria. Tre a zero ieri, punteggio che non rispecchia un primo tempo nervoso e poco divertente ma che certifica invece una ripresa dove sono venute fuori le individualità della capolista ed emerse le pecche storiche della formazione ligure.

Alla fine, se vai a vedere la partita l'ha fatta e l'ha vinta il solito Osimhen. Con la pazienza dei grandi e la rapacità dei veri bomber, il nigeriano ha firmato la differenza. Con la complicità di Kvara, partito in sordina, quasi abulico, ma poi tirato fuori dal vortice della mediocrità da Mario Rui e dallo stesso Victor, che l'hanno cercato, corteggiato, compulsato. E quando Kvara s'è svegliato, la difesa spezzina è stata fatta a pezzi. I locali avevano fatto una scelta precisa all'inizio: non giochiamo e non facciamo giocare. Falli sistematici, in undici dietro la linea della palla, rispetto delle posizioni e ligi alle consegne: seguire uomo contro uomo gli azzurri, non concedere centimetri e profondità al re dei cannonieri. Il Napoli ha saputo aspettare, attingendo alla pazienza dei grandi: «Prova straordinaria di maturità dei miei ragazzi, sapevo che l'avremmo sbloccata nel secondo tempo» ha detto Spalletti, riferendosi al fatto che i suoi hanno atteso prima di cogliere l'attimo giusto. Che si è materializzato sotto forma di sciagurato mani di Reca che ha propiziato il rigore e il primo gol, a inizio ripresa: Kvara l'ha infilato, poi s'è messo al servizio di Osimhen propiziando gli assist della doppietta del centravanti. Di una bellezza sconvolgente la rete di testa, saltando più in alto dei guantoni di Dragowski, gesto assoluto di strapotere fisico e di opportunismo. Il tris è stato un dettaglio, palla rubata dal georgiano e tocco facile facile di Osimhen.

Il suo gol più bello è stato però un gesto di rara sensibilità: nel prepartita ha scavalcato il settore dei tifosi spezzini, consolando una signora colpita involontariamente da una sua pallonata. Applausi che poi la vergogna ultrà ligure ha trasformato in beceri offese contro Maradona e Spalletti soltanto perché il Napoli stava alzando un altro mattoncino verso il sogno. Lucianone è andato oltre la solita multa che arriverà dalla Lega: «Io qui sono di casa in estate, certe cose vengano a dirmele in faccia». Inspiegabile il comportamento dell'arbitro Di Bello, che pur ascoltando non ha fermato la partita contribuendo a rovinare il pomeriggio di festa della capolista.

La felicità è di casa a Napoli, altrove la rivalità fa rima con odio.

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