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Dai missili al botto: grande paura Schumi jr. E ride soltanto Perez

Il messicano Red Bull beffa Leclerc e Sainz che già pensavano all'uno-due. Max 4°, Lewis sprofonda

Dai missili al botto: grande paura Schumi jr. E ride soltanto Perez

Dalla paura per i missili a quella per Mick Schumacher schiantatosi contro un muro a 230 orari. Per la Formula 1 quello in Arabia Saudita non è un fine settimana tranquillo. E neppure banale visto che la pole position a sorpresa se la prende Sergio Perez per la prima volta dopo 215 Gp davanti a tutti in qualifica. Il messicano ha battuto Leclerc per 25 millesimi, facendo il tempo nel secondo e terzo settore, mentre i ferraristi credevano di aver colorato di rosso tutta la prima fila di Gedda. «Ci sono volute un po' di gare per arrivarci, ma che giro incredibile, se ci riprovassi mille volte un giro così non riuscirei più a farlo», ha ammesso Perez che in gara tenterà il colpo grosso. Checo ha sorpreso tutti a cominciare da sé stesso.

Leclerc non perde il sorriso: «Spero di partire bene, poi». Sarà una sfida tra i primi quattro, due Ferrari e due Red Bull. Gli altri sono troppo lontani. Ocon, quinto con la Alpine, è a 0868 dalla pole. Sainz era stato il più veloce nel primo run in Q3, addirittura con gomme vecchie, poi nell'ultimo tentativo non è riuscito a migliorarsi restando a 0202 da Perez, il più inatteso dei poleman. La Ferrari comunque c'è anche qui. E questo è un messaggio al campionato.

Significativo che tra i primi 10 ci siano 4 motori Ferrari, 3 ex Honda, 2 Alpine e un solo Mercedes. Un dato che spiega in parte l'altra clamorosa notizia della notte araba, l'eliminazione prematura di Hamilton. Clamorosa la sua uscita di scena in Q1, solo 16° dopo il primo run in qualifica. Un'eliminazione che incidenti a parte non subiva da Silverstone 2009. «Non mi sentivo la macchina, in qualifica era difficile da guidare», spiegava Lewis mentre il suo compagno di squadra riusciva comunque ad arrivare in Q2. Lewis, con Alonso, Russell e Gasly era stato uno dei più duri contro la decisione di correre nonostante l'attacco terroristico. Ma il flop in Q1 non c'entra nulla. Non era un Hamilton svogliato, era proprio una Mercedes inguidabile. Oltre al danno la beffa: un commissario di pista, via Twitter, ha augurato all'inglese un incidente simile a quello di Grosjean nel 2020, quando rischiò di morire tra le fiamme. L'uomo è stato subito allontanato dal circuito, dopo essersi scusato.

Passata la paura per i missili, la Formula 1 si è ritrovata a fare i conti con un'emozione a cui è più abituata quando, a 4'58 dalla fine della Q2, Mick Schumacher si è schiantato a 230 orari contro un muro, dopo aver perso il controllo su un cordolo. Una botta che ha spezzato in due la sua Haas lasciando tutti con il cuore in gola perché sono passati davvero troppi minuti prima di avere dal team la notizia che Mick stava bene e aveva già parlato con la madre dal centro medico, prima di essere trasferito in elicottero in ospedale per un esame approfondito.

«Non aveva un problema, ma si era rotta la radio e siamo riusciti a parlare con lui solo quando è arrivata la macchina di soccorso», ha spiegato Steiner, mentre in pista le operazioni sono rimaste bloccate per un'ora prima di poter ripartire.

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