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Dai rossoneri ai viola a Firenze va in campo un vero festival di guai

Il Diavolo con la tegola Rebic (un mese di stop) e Kessie "agitato", Fiorentina senza mezza difesa

Dai rossoneri ai viola a Firenze va in campo un vero festival di guai

I guai, per il Milan, non vengono mai da soli. E in qualche modo pareggiano quelli della viola privata di mezza difesa (tra squalifiche e acciacchi). Durante la sosta si è fermato Calabria («non ci voleva» mastica amaro Pioli), ieri mattina prima di partire per Firenze (dove la squadra giocherà con la seconda maglia che verrà messa all'asta per Fondazione Milan) si è bloccato Rebic, la grande risorsa di quest'ultima serie di partite fino a Natale, rimasto a Milanello a lavorare sodo e preparare il ritorno (assente per distorsione alla caviglia contro il Verona, il 16 ottobre): dopo un mese d'assenza un altro stop, forse ancora più lungo perché provocato da un gesto tecnico istintivo («ha fatto un colpo di tacco e ha sentito una fitta» la ricostruzione di Pioli sconsolato) che ricorda un altro dello stesso tipo occorso a Pato (Milan-Atalanta e anche allora mentre eseguiva un colpo di tacco) alcuni anni fa a San Siro. E non è finita qui. Perché dalla sosta è tornato a Milanello Frank Kessiè ancora più depresso rispetto a quello partito per lo spareggio con il Camerun (primo rigore provocato nel derby e tap-in vincente sbagliato nel finale per il possibile 2 a 1): la sua nazionale ha perso il mondiale mentre l'agente Atangana si è incontrato un paio di volte - fonte autorevole di un sito francese - a Parigi con Leonardo per discutere del futuro del centrocampista.

Stefano Pioli ha provato a difenderlo limitando a un solo episodio (il primo) l'errore commesso contro l'Inter e riferendo che «è tornato bene» dal viaggio nonostante la delusione del risultato. Di sicuro è pronto a schierarlo anche se potrebbe risultare provato dopo un'ora di gioco e reclamare il cambio di Bakayoko. Dopo i guai, ci sono i tormenti di Pioli. Perciò il suo orientamento è quello di scegliere chi è rimasto a Milanello a lavorare rispetto a chi (Kjaer, per esempio) ha giocato entrambe le sfide della sua Danimarca. Di qui il ritorno a Firenze di Romagnoli in veste di capitano e di partner di Tomori per il confronto con l'Ibra viola, Vlahovic, che Pioli ha intravisto nella sua esperienza fiorentina e che considera «molto forte». L'altro nodo è la scelta del centravanti, naturalmente secondo un criterio quasi scontato: prediligere chi sta meglio fisicamente. E qui però spunta un altro requisito: chi è più decisivo? In campionato, che è poi il dichiarato obiettivo del club, Ibra è considerato il punto di partenza di ogni schieramento. Ha giocato poco con la Svezia, rinviata come gli azzurri al ballottaggio di marzo, senza incidere: anche per questo potrebbe essere più motivato rispetto al francese fermatosi a Milanello a prepararsi ed eventualmente candidato a presentarsi in Spagna mercoledì prossimo, contro l'Atletico in Champions.

Gli altri nodi sono stati sciolti: Kalulu sarà il sostituto di Calabria mentre Messias, accompagnato dai giudizi lusinghieri del tecnico, potrebbe riaffacciarsi nel finale come a Bergamo.

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