Quanto brucia essere ad un soffio dalla 5ª vittoria stagionale consecutiva e vederla sfumare per soli 42 millesimi superato con prepotenza dal compagno di marca e futuro compagno di squadra? Tanto. Soprattutto se sei, insieme ad Espargaro su Aprilia, il principale pretendente al titolo e sulle spalle pesa l'astronomica pressione di Ducati a caccia del titolo che manca dal 2007. Le direttive da parte del top management erano state chiare alla vigilia del GP di Aragon a proposito del gioco di squadra. «Non siamo ancora nel momento in cui chiedere qualcosa di così importante. Se un pilota Ducati può vincere, è giusto che lo faccia» aveva detto il Direttore Generale Ducati Corse, Gigi Dall'Igna. «Pecco (Bagnaia) vuole provare a vincere il Mondiale da solo, come è giusto che sia e come i veri campioni sanno fare. Enea (Bastianini) è 4° in classifica e si gioca posizioni importanti. È giusto che faccia la sua gara», gli aveva fatto eco il team manager Davide Tardozzi», ma i volti visibilmente delusi nel box ufficiale appena il pilota del Team Gresini ha tagliato il traguardo hanno tradito una certa frustrazione. «Sono contento sia delle prestazioni dei piloti che per le nostre moto. Cinque punti in più erano importanti ma Enea si è meritato la vittoria» ha dichiarato a caldo Dall'Igna.
Con 5 gare ancora da disputare e 125 punti in ballo, la lotta è ancora aperta, ma quale beffa sarebbe se il tanto agognato titolo svanisse nella finale a Valencia per sole 5 lunghezze? Quelle che un agguerrito Bastianini si è aggiudicato ieri andando a vincere la gara con un sorpasso perentorio.
«In questi giorni ho rivisto la gara di Misano (2° a 34 millesimi da Bagnaia) e mi bruciava». Questa volta non succederà. Non solo, Enea ha dimostrato di non aver timore reverenziale verso il piemontese. «È stato fortissimo. Ho preferito non prendere ulteriori rischi», ha chiuso Bagnaia.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.