Europei 2020

La forza delle idee Mancini si è preso davvero l'Italia

Il ct predica calma e spinge la squadra "Può crescere ancora". Riecco Verratti

La forza delle idee Mancini si è preso davvero l'Italia

Roma, ore otto di un mattino rinfrescato da una brezza provvidenziale: un bambino in completo azzurro, ostenta con orgoglio la divisa della Nazionale. Milano, primo mezzogiorno di fuoco estivo: una bambina mostra orgogliosa il suo disegno «tricolore». Quattro anni dopo le lacrime di Gigi Buffon per aver deluso «quei bimbi che sognano di arrivare in Nazionale», l'Italia ha acceso la passione anche di chi non l'aveva mai vista sui grandi palcoscenici. È anche questa la vittoria di Roberto Mancini dopo un tre a zero sulla Turchia nella gara che ha aperto l'Europeo e che ora va metabolizzato nel modo giusto. Sul prato dell'Olimpico dove non riuscì ad essere protagonista a Italia '90, il ct fa pace con la maglia azzurra, che da calciatore per lui è sempre stata pesante.

È giovane l'Italia che ha acceso il sogno e che vede già gli ottavi dopo il pari tra Svizzera e Galles: battere gli elvetici significherebbe qualificazione. Per questo Mancini dopo aver incassato gli elogi, riporta tutti con i piedi per terra perché sa quanto possa essere pericoloso il tifo di stato, quando hai a che fare con sessanta milioni di commissari tecnici. «Possiamo crescere ancora molto», l'esortazione di chi fiuta il pericolo e soprattutto vuole mandare un messaggio alla sua squadra che pure non ha avuto bisogno di pungolare durante la partita, se non a inizio ripresa.

La sua creatura ha dato dimostrazione di maturità, aspettando con pazienza l'episodio che premiasse tutta la mole di gioco creata. Gli azzurri non si sono fatti irretire dal muro turco, hanno continuato nel loro incessante gioco a due tocchi supportato da un pressing sempre in avanti. Che è anche la spiegazione di una squadra che vince da nove partite senza prendere gol. Più facile così per la difesa proteggere la porta di Donnarumma. E quando un incidente (l'infortunio di Florenzi, che salterà la Svizzera) si è trasformato in una mossa vincente, perché Di Lorenzo ha rivitalizzato la corsia di destra, la strada si è fatta in discesa.

La crescita della squadra può passare dall'incremento di rifornimenti per l'attaccante: Immobile con la Turchia ha avuto palle sporche da sfruttare fino al gol nato dalla respinta del portiere. Nel tridente che esalta Berardi e mette al centro Insigne, la punta può finire per essere «schiacciata» dal sacrificio. Un passo indietro, in mediana l'interpretazione di Jorginho è il faro, ma Locatelli ha lo stesso passo del play «oriundo», e questo toglie dinamismo. Verratti darebbe altra sostanza: ieri ha disputato venti minuti nella partitella con le giovanili del Pescara, da oggi sarà in gruppo. Plausibile sia almeno in panchina con la Svizzera.

Dietro la speranza è Chiellini, indispensabile la sua difesa, e Spinazzola, fondamentale la sua spinta. Ma questa è una nazionale diversa, che nasconde alcuni suoi limiti tecnici e di esperienza, con le idee.

Mancini segue la via del gioco e dell'organizzazione per arrivare a Wembley.

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