Ibra, il "replay" da record non distrae l'Udinese

Milan ko, 1 punto in 3 sfide. Zlatan sbaglia il rigore, ripete e segna. Subito il 2-1 friulano, poi arriva il 3-1

Ibra, il "replay" da record non distrae l'Udinese

Firenze, Salernitana e adesso Udine: ecco i tre indizi che costituiscono la prova regina. Il Milan è semplicemente irriconoscibile e non si può dire che non sia in qualche modo conseguenza del suo cammino di segno contrario conosciuto in Europa. I numeri inchiodano Pioli e i suoi alla responsabilità diretta: la miseria di 1 punto guadagnato in tre partite, 6 i gol incassati (contro gli zero nei 180 minuti di Champions league), 3 quelli realizzati. Ibra illude per qualche minuto, tradito anche lui dalla difesa diventata di burro e da un copione calcistico di scarso spessore. Resta dietro le quinte ancora Leao, l'arrivo di Rebic, Origi e compagnia non aggiunge vitamine a un gruppo che sembra sprovvisto di energia fisica e mentale soprattutto. L'Udinese vince con le solite armi: corse generose, applicazione e voglia di guadagnarsi una serata di gloria.

Dove sta con la testa il Milan? A Udine, per volere del calendario, o alla Champions ancora lontana? La sua partenza nella serata friulana anticipa pessimi segnali perché dopo appena 9 minuti uno scarabocchio di Bennacer per Tomori in ritardo consente all'Udinese di balzare davanti grazie alla percussione di Samardzic perfezionata da Pereyra, con Maignan impreparato al tiro che passa tra le gambe dello stesso Bennacer. Occorrono 20 minuti buoni per rimettere il Milan in pista e fargli guadagnare il pari con l'uomo del giorno, Ibra, capitano per volere di Bennacer e titolare dopo un bel pezzo per la squalifica di Giroud. Protagonista il varista Nasca che segnala il mani di Bijon sul pallonetto di Leao e dopo il primo rigore parato da Silvestri richiama sempre Doveri per far ripetere il penalty (intervento prematuro di Beto) trasformato questa volta da Zlatan con un siluro a centro porta. Polemiche e veleni: il tecnico Sottil espulso per eccesso di proteste. Tutto finito? Neanche per idea. Perché in capo all'ultimo assalto, Beto trova l'angolo scoperto su un'altra collettiva distrazione rossonera.

Le prime sostituzioni di Pioli nella ripresa (Rebic e Krunic) riportano a galla il sistema di gioco più collaudato (4-2-3-1) che non fa più rima con l'improbabile recupero, anzi coincide con il 3 a 1 dell'Udinese nato da un attacco laterale con spinta di Success su Thiaw e concluso da un comodo tocco sotto porta del nigeriano Ehizibuè, sul secondo palo. Qui si capisce in modo evidente l'involuzione conosciuta dal Milan che nasce dalle fragilità difensive e diventa un deficit pesante per il suo 2023 disastroso.

Qui nemmeno la presenza di Ibra, che si porta a casa solo il record del gol più anziano della serie A (tolto a Costacurta il primato precedente) può sortire effetto benefico se il resto del team è sotto tono, distratto, pochissimo ispirato, a cominciare da Leao per finire ai due centrocampisti Tonali e Bennacer con le pile scariche.

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