Individuati gli ultras dell'Inter che hanno svuotato la Nord: cosa rischiano

Sono stati dentificati alcuni tifosi che hanno provocato il deflusso dal secondo anello verde di San Siro durante Inter-Sampdoria sabato sera, dopo la notizia dell'uccisione del capo ultrà

Individuati gli ultras dell'Inter che hanno svuotato la Nord: cosa rischiano
I punti chiave

La Digos di Milano ha individuato gli ultras che, sabato scorso, hanno fatto svuotare la curva Nord al Meazza durante il match Inter-Sampdoria, dopo che si era diffusa la notizia dell'omicidio di Vittorio Boiocchi, storico capo ultrà nerazzurro.

Il caso

Tutto si è svolto regolarmente, fanno sapere dalla questura di Milano, fin quando, dopo la notizia dell'agguato delle 19.48, la Curva Nord stessa ha ritirato gli striscioni esposti e deciso di non diffondere i consueti slogan e cori di incitamento alla squadra. Inoltre, alla fine del primo tempo, molti supporters della Curva sono usciti dallo stadio per recarsi al Baretto, loro abituale luogo di ritrovo. Nel corso del secondo tempo, confermato il decesso di Boiocchi, altri tifosi nerazzurri hanno lasciato in massa il settore secondo anello verde, che si è rapidamente svuotato. La Digos, d'intesa con l'autorità giudiziaria, ha avviato un'attenta analisi dei filmati dell'impianto di videosorveglianza dello stadio e ha già individuato alcuni ultras che hanno provocato il deflusso.

Individuato anche un altro ultras responsabile di aver usato violenza verso una persona che esitava a lasciare lo stadio. Questi episodi hanno avuto grande risalto sui social, anche grazie alle dichiarazioni del giornalista Enrico Mentana, noto tifoso interista che invocava una presa di posizione da parte del club di Viale della Liberazione, poi arrivata in un comunicato. Inoltre in corso altri approfondimenti su due persone che hanno contattato il 112 per lamentare, circa un'ora dopo i fatti, di essere stati allontanati dagli spalti. Si stanno inoltre rintracciando alcuni autori delle segnalazioni sui social. Non ci sono al momento denunciati, in attesa di ulteriori riscontri: più probabile che gli eventuali responsabili siano colpiti da Daspo.

Le indagini

L'indagine su Vittorio Boiocchi, storico capo della curva dell'Inter, ucciso sabato sera a colpi di arma in via Fratelli Zanzottera a Milano, prosegue ma senza colpi di scena. Per ora "sono 6-7 le persone, oltre ai familiari del 69enne", ascoltati dagli uomini della squadra Mobile della questura tra cui l'uomo che ha accompagnato Boiocchi sotto casa, ma che era non avrebbe notato la moto su cui viaggiavano due persone e da cui sono partiti i colpi - cinque esplosi di cui due andati a segno - che si sono rivelati mortali.

Nell'indagine coordinata dal pm Paolo Storari si sta procedendo anche all'analisi delle immagini delle telecamere presenti in zona - invece assenti sotto casa e presenti sempre meno allontanandosi da via Novara, vicino allo stadio San Siro - così come si ripercorrono i suoi "variegati" rapporti con la curva della Nord, ma soprattutto con la malavita. Traffico internazionale di stupefacenti, associazione a delinquere, porto e detenzione illegale di armi, estorsione sono alcuni dei reati per cui Boiocchi è finito dietro le sbarre, dove ha trascorso 26 anni della sua vita.

Gli uomini della Mobile indagano anche su celle e telefoni alla caccia di una pista che possa portare a dare un volto a chi ha agito con un casco integrale e conosceva bene le abitudini del 69enne sottoposto a sorveglianza speciale, con annesso divieto di avvicinamento a San Siro.

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