Calcio

Inter in vacanza. Film già visto. Playoff-playout per cambiarlo

Nell'Italia in cui la dietrologia è l'unico sport che tira più del calcio

Inter in vacanza. Film già visto. Playoff-playout per cambiarlo

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Nell'Italia in cui la dietrologia è l'unico sport che tira più del calcio, Sassuolo-Inter non poteva che fare la figura del big match. Già, perché il successo dei neroverdi con l'acqua alla gola contro i neocampioni d'Italia dalla pancia piena, non è passato inosservato a tutto il popolo pronto a puntare il dito in qualsiasi direzione. Ebbene sì, l'Inter schiacciasassi di questa stagione, capace di intascarsi lo scudetto con più di un mese d'anticipo, è andata a scivolare in casa di una delle squadre più derelitte del momento. Ma sinceramente non vediamo cosa ci sia da stupirsi, considerando che i nerazzurri sono ormai una squadra (giustamente) in vacanza, con la testa chissà dove e le ultime partite da affrontare per onor di firma. Se poi si vuole vedere a tutti i costi un risvolto malefico nella consolidata amicizia tra Marotta e Carnevali, gli ad dei due club, allora torniamo nel campo della libertà totale di pensiero e quindi vale tutto.

Sta di fatto che uno scivolone di una squadra ormai campione, probabilmente fiaccata anche dalle feste, è un fatto abbastanza consueto. Basti pensare che lo stesso Napoli un anno fa, dopo la fantastica galoppata e le feste irrefrenabili, è andato a crollare a Monza. Oppure pensiamo alla Juve dell'ultimo scudetto (2020) che mollò gli ormeggi e andò a perdere le ultime due a Cagliari e in casa con la Roma. O sempre la Signora che nell'anno in B, perse in casa con lo Spezia all'ultima giornata facendo retrocedere l'Arezzo di un Antonio Conte furioso. Per non tornare al Milan degli invincibili dei tempi di Capello che, dopo il terzo scudetto consecutivo, si buttò via in casa con la Reggiana all'ultima giornata, suscitando un mare di polemiche.

Semmai, al di là delle chiacchiere da bar, c'è da discutere sul logorio di una formula che ha visto quasi sempre, negli ultimi anni, assegnare lo scudetto con troppo anticipo, dando spazio inevitabilmente a partite falsate proprio da queste situazioni.

Quindi, o si pensa seriamente a tornare indietro (alle 18 squadre, cioè), oppure si deve fare un salto nel futuro, introducendo playoff e playout per tenere viva e insospettabile la contesa fino all'ultimo gol.

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