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Jacobs, il ritorno normale. Ma per i Mondiali basta con l'atletica show

Debilitato dal virus e travolto dagli impegni tra tv e premi, Marcell rimetta al centro la pista

Jacobs, il ritorno normale. Ma per i Mondiali basta con l'atletica show

Rompere bene il ghiaccio quando intorno tutto sembra bollire in modo esagerato potrebbe bastare se tu non fossi Marcello Jacobs. Lui e Camossi, l'uomo che lo guida, sapranno leggere meglio dei troppi golosi che lo circondano, il 999 ventoso in batteria sul nastro azzurro della Fontanassa di Savona e il 1004 con vento dal mare quasi nullo (+0.3) per lasciarsi dietro in finale l'ivoriano Cissè (1010) e il francese Vicaut (1012).

Ritrovare il gusto della gara dopo le feste per Tokio e l'oro mondiale dei 60, la settimana da incubo a Nairobi, febbre, antibiotici, 7 giorni a vuoto quando si sentiva già benissimo. A Savona il solito Jacobs sua serenità, anche se dopo 60 metri in batteria ha sentito che qualcosa non andava. La stessa sensazione provata dopo un'ora nella finale come se la dinamo interna non avesse ricaricato.

L'anno scorso sulla stessa pista aveva cominciato con il nuovo primato italiano a 995, primo passo per arrivare a quello che sembrava impossibile nell'Olimpiade giapponese quando invece ha scoperto che non aveva sbagliato scrivendo prima sul diario, oggi sul suo libro: «Se puoi sognarlo, puoi farlo». Vorremmo che fosse così anche in questa stagione dove in ogni saloon ci saranno tanti che vorranno andare più forte di lui allo sparo.

Ci fidiamo di chi ha cambiato il suo modo di pensare come la dottoressa Romanazzi, di chi, come l'allenatore Camossi, ha saputo costruirgli il sentiero per scoprire un Marcell tutto nuovo e dorato, dalle indoor alle Olimpiadi. Ci fidiamo di chi lo gestisce, di lui, anche se spaventano le soste premio e battimani, tipo il regno della farinata savonese in via Pio, come promesso in TV a Fabio Fazio, nella speranza che siano soltanto toccata e fuga perché il mondo lo aspetta per sfidarlo. Lo sa, lo dovrebbero sapere tutti quelli che lo invitano sapendo che non può dire di no. Ora prima d'imbarcarsi martedì 24 per entrare nel saloon di Eugene, il meeting del 26 sulla pista del prossimo mondiale, dove gli americani, almeno 6 dei 22 che sono andati sotto i 10 quest'anno, vorranno il suo scalpo, dovrà riflettere sulla prova di Savona, ma intanto lo vogliono a Verissimo con il libro sulla sua vita che porterà poi a Torino al salone del libro, tornando a Roma lunedì per la presentazione del memorial Mennea prova della Diamond League sulla pista di Rieti.

Tempo per meditare sul ritorno ai 100 metri 289 giorni dopo il doppio oro di Tokio non ce ne sarà troppo. Ai tempi di Mennea volavano schiaffi se l'atletica spettacolo esagerava nelle pretese.

Speriamo sia così anche con Jacobs che, giustamente, chiede a tutti calma e serenità come quella che offriva la vista del mare dalla terrazza dello stadio di Savona, perché le gare che conteranno davvero saranno i mondiali americani e gli europei.

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