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La Juve è solo un flash. Il Diavolo la riprende e la lascia all'inferno

Morata illude i bianconeri, poi nella ripresa Rebic guida la rimonta. Allegri senza vittorie

La Juve è solo un flash. Il Diavolo la riprende e la lascia all'inferno

Il Milan si piega ma non si spezza, la Juve sgabbia davanti astuta e malandrina col primo contropiede ma poi si fa raggiungere e rischia l'osso del collo nel finale (paratona del polacco su Kalulu). Così la sfida dentro o fuori per la Juve finisce con un pari che mette d'accordo quasi tutti, in particolare l'Inter oltre che Pioli, frenato da troppe assenze e da un errore iniziale nelle scelte difensive. La Juve si ferma nel finale con il serbatoio quasi vuoto, il Milan ha più risorse fisiche da spendere. Perciò Allegri e la Juve restano in coda. Non sono tagliati fuori ma 8 punti di distanza dopo 4 turni sono tanti chilometri.

Lezione numero uno della Juve di Allegri: come si trasforma, dopo pochissimi minuti, un potenziale pericoloso (percussione Diaz-Tonali, deviata in corner) in un velenoso contropiede che mette a nudo l'ingenuità del Milan di Pioli. Perché la famosa ripartenza juventina (con un uomo in meno in quel momento), impreziosita dal lancio di Dybala per Morata nello spazio della metà campo rossonera sguarnita, si conclude con lo scavetto vincente dello spagnolo sull'uscita di Maignan, recuperato a dispetto delle apprensioni della vigilia (infortunio alla mano sinistra). Lezione numero due di Allegri: invece di tenere Cuadrado inchiodato sul binario di destra, atteso al varco da Theo Hernandez, richiama Dybala da quelle parti e a Cuadrado offre la libertà di spostarsi verso il centro sparigliando i piani rivali.

È la Juve che comanda il gioco e sfiora, un paio di volte, con Morata e Rabiot, di mettere in ghiaccio la sfida. Il Milan trova spazio nella metà campo juventina allagata dai suoi e spunto per il primo tiro in porta, respinto da Chiellini, solo nel finale della prima frazione: è il segnale plastico della grande difficoltà tradita nel disegnare giocate efficaci. Ma il peccato originale commesso da Pioli è la scelta dello schieramento difensivo con a destra Tomori e straordinari per Kjaer che dopo mezz'ora si arrende al puntuale insulto muscolare (ottavo della serie). Così la difesa perde consistenza sul centro e non trova sbocchi laterali, come succede quando Kalulu sostituisce il danese.

I cambi nella ripresa di Pioli (Florenzi e Bennacer per Saelemaekers e Kessiè) denunciano le inadempienze dei due sostituiti e l'esigenza di trovare qualche sbocco utile in area di rigore. Il Milan continua a menare la danza e alla fine di uno sterile assedio trova il sigillo dell'1 a 1. La prodezza balistica dall'angolo è del migliore dei rossoneri, Tonali: sulla morbida traiettoria, Rebic, astuto come una volpe, salta bruciando sul tempo Locatelli e gira nell'angolo scoperto la palla buona. L'occasione migliore per chiudere davanti capita più avanti a Kalulu su cui il discusso Szczesny compie un autentico miracolo.

Altro che rimpiangere Donnarumma! I cambi di Allegri (Cuadrado, Morata e Dybala) stravolgono tutto l'assetto offensivo (dentro Kean, Chiesa e poi Kulusevski) iniziale perché anche la Juve, a quel punto ha bisogno di nuove energie.

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