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Juventus-Roma è di più: rivalità, stoccate, gioco e uno spot tutto azzurro

Mentre i tecnici si stuzzicano, quanti nazionali: da Chiesa a Locatelli, da Pellegrini a Zaniolo

Juventus-Roma è di più: rivalità, stoccate, gioco e uno spot tutto azzurro

Torino. Mourinho sa cosa aspettarsi, dentro lo Stadium: fischi su fischi. «L'ultima volta sono stato bersagliato per 90 minuti e a fine gara ho avuto una reazione spontanea: vivo di calcio da tanti anni, va bene così. Non mi aspetto nulla di diverso». Il riferimento va al 2018 quando, alla guida dello United vittorioso 2-1, il portoghese si era portato la mano all'orecchio per zittire (o aizzare?) il pubblico bianconero: stasera magari si rivivrà la stessa scena, magari no. «Con lui non ho rapporti - ha invece tagliato corto Allegri -. Non è una sfida tra allenatori, sono contento di rivederlo perché il campionato italiano ha di nuovo un grande allenatore che farà bene sia alla Roma che al nostro calcio».

Avanti, allora. Con la Juve che non avrà certamente Dybala e che solo oggi deciderà se portare in panchina Morata. Spazio allora al talento di Chiesa, Bernardeschi e probabilmente Kean: sarà contento anche il ct Mancini, sempre desideroso di vedere in campo il maggior numero possibile di azzurri. Tenuto conto che Locatelli si è ormai preso il posto in mezzo al campo, l'apporto bianconero alla causa azzurra torna a essere fuori discussione. Vero anche che il talento non manca nemmeno sulla sponda giallorossa, a cominciare da quello di Lorenzo Pellegrini (quattro reti e un assist finora), non a caso concupito anche dalla Juventus nel corso degli anni prima che lo stesso firmasse il prolungamento con la Roma. E poi Zaniolo, Mancini e Cristante, senza dimenticare le potenzialità di Calafiori. Potrebbe insomma saltarne fuori un bello spot per il calcio italiano nel vero senso del termine, anche: «Quello che è stato fatto rimane, quello che c'è davanti a te va fatto», le parole pronunciate ieri da Allegri a proposito di Bernardeschi ma che possono inevitabilmente adattarsi a chiunque. Classifica alla mano, la Juve è in ogni caso spalle al muro e Allegri lo sa benissimo. «Mi farà piacere salutarlo ancora Mourinho -, non c'è una grande amicizia, ma mi piace come persona. Sono felice che sia tornato a lavorare: un allenatore come lui ha fatto troppa vacanza».

Perfido? Chissà.

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