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L'evoluzione di Pioli: da "normalizzatore" a campione d'Italia con il Milan

Primo scudetto in carriera (da allenatore) per Stefano Pioli che è riuscito a riportare il Milan ai vertici della Serie A dopo 11 anni

L'evoluzione di Pioli: da "normalizzatore" a campione d'Italia con il Milan

Stefano Pioli è riuscito a coronare il suo grande sogno, ma anche quello del popolo rossonero, riportando il tricolore nella bacheca del club di via Aldo Rossi a distanza di 11 anni dall'ultima volta, quando in panchina c'era Massimiliano Allegri. In questa stagione, come in quel 2010-2011, il Diavolo è riuscito ad avere la meglio sui cugini dell'Inter, che si sono dovuti arrendere alla grande costanza e continuità della squadra allenata da Pioli che finalmente da "normalizzatore" (etichetta che non gli è mai piaciuta) è diventato un vincente, entrando di diritto nell'elite degli allenatori capaci di vincere il campionato di Serie A. Lui ci è riuscito a 56 anni.

La grande evoluzione

Pioli fu chiamato in corsa dal Milan nella stagione 2019-2020 per prendere il posto di Marco Giampaolo, che aveva convinto la dirigenza a puntare su di lui visto l'ottimo lavoro svolto alla Sampdoria ma che si rivelò ben presto un "fallimento" dal punto di vista dei risultati sportivi. Pioli ereditò la squadra in condizioni pessime e chiuse la stagione al sesto posto con una grande rimonta che non riuscì però a concretizzarsi con l'ambita qualificazione in Champions League.

Pioli subentrò non con poche difficoltà e il punto più basso toccato dalla sua squadra fu la sconfitta, per 4-0, contro l'Atalanta di Gian Piero Gasperini. Ora sembra essersi chiuso il cerchio, proprio contro la Dea.

L'8 marzo del 2020 non fu una bella data per il Milan che perse per 1-2 a San Siro contro il Genoa prima che il campionato si fermasse per via della pandemia da coronavirus. A metà giugno, però, il campionato riprese con un calendario compresso e, novità assoluta, senza tifosi sugli spalti: la squadra rossonera sembrò un'altra rispetto a quella vista nei mesi precedenti ed è da lì che iniziò la grande favola del Milan di Pioli.

Nel 2020-2021, infatti, il Diavolo è più vivo che mai e inizia ad avere continuità di risultati e di prestazioni. Il sogno scudetto è però infranto dall'Inter di Antonio Conte che, dopo il secondo posto ottenuto nella stagione precedente, riesce finalmente a laurearsi campione d'Italia dando uno strappo decisivo nelle ultime 10 giornate di campionato. Il Milan, comunque, chiude con un onerevolissimo secondo posto battendo all'ultima giornata ancora l'Atalanta e prendendosi così, meritatamente, la seconda piazza.

Per Pioli e la società, pur senza fare troppi proclami e tenendo un basso profilo, il 2021-2022 deve essere l'anno della consacrazione, complice anche l'indebolimento dell'Inter campione d'Italia in carica (e il cambio di guida tecnica) ma non solo, dato che anche la Juventus non è più quella macchina da guerra capace di vincere nove scudetti di fila. Il Milan parte subito forte e l'Inter non riesce a stare al passo dei rossoneri, ma tra novembre e gennaio i nerazzurri danno uno strappo decisivo arrivando ad un grande vantaggio nei confronti del Diavolo.

Il derby del 5 febbraio 2022 è la partita della grande svolta. L'Inter è in vantaggio fino al 74' e potenzialmente si trova a più 7 in classifica, con una partita in meno. La micidiale doppietta di Olivier Giroud, però, permette al Diavolo di portarsi a meno 1, pur con una partita in più. Da quel momento in poi l'Inter va in tilt, raccogliendo la miseria di sette punti in sette partite, con il Milan che invece inizia a volare.

Il resto è storia recente, con Pioli che ha dimostrato di saper gestire meglio la rosa a sua disposizione rispetto al collega Simone Inzaghi, che in qualche circostanza non ha pescato bene dalla panchina. Le gambe dei giovani rossoneri non hanno mai tremato e, grazie alla guida sicura del loro allenatore, hanno riportato il Milan sul tetto d'Italia.

Per tutte queste ragioni dunque, si è compiuta nel migliore dei modi l'evoluzione di "Padre Pioli", come qualcuno l'ha ribattezzato per la sua calma e il suo aplomb: da "normalizzatore" a vincente.

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