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L'Inter si butta via ancora. E la Signora si salva con il ritorno di Dybala

Nerazzurri avanti con la Juve in dieci, poi sprecano e nel finale la Joya li punisce di rigore

L'Inter si butta via ancora. E la Signora si salva con il ritorno di Dybala

Il rigore che Dybala calcia e trasforma a 1 minuto dalla fine, inchioda ancora una volta l'Inter alle sue responsabilità (quarta rimonta subìta in campionato), vale il pareggio alla Juventus (1-1), ma soprattutto lancia Napoli e Milan in una fuga che - dopo 9 giornate - più fuga non si può. Inter mai bella, Juventus brutta. Inter incapace di chiudere contro un avversario alle corde, senza gioco per un'ora e solo tanto cuore per restare in piedi. Decisivo l'errore di Dumfries, sfuggito ai protagonisti in campo e panchina, per non dire degl'increduli spettatori sugli spalti, ma inesorabilmente scovato al microscopio dal Var: la pedata che lo sciagurato olandese rifila ad Alex Sandro coincide con la linea dell'area di rigore. A Guida serve almeno un minuto per richiamare al monitor l'arbitro Mariani: decisione inevitabile, Inzaghi furibondo ed espulso, Allegri salvo ma non troppo.

Niente sorprese: partita brutta, come previsto. Strano, il destino. Punita a Roma anche a causa di un gol subìto in 10 contro 11, stavolta l'Inter approfitta della superiorità numerica per andare in vantaggio. Ma qui il il fair play non c'entra, semmai colposo è il desiderio di Bernardeschi di tornare in campo dopo l'incidente alla spalla destra (contatto in area con Darmian): Allegri era già pronto al cambio con Bentancur, ma il suo giocatore gli ha chiesto di aspettare. Detto, fatto e gol dell'Inter.

Sorprendente a quel punto il cambio, più ancora della già discutibile formazione iniziale: perché sempre Bentancur e non subito Chiesa? Se è diverso essere sotto di un gol dal non esserlo, differente avrebbe dovuto essere anche la sostituzione. Invece Allegri cambia modulo, abbandona la difesa a 3 con cui era partito, arretra Alex Sandro, allarga a destra Danilo, mette Cuadrado e Bentacur sulle fasce di un centrocampo rinforzato da Kulusevski, che ha l'unico compito di togliere spazio e respiro a Brozovic.

Così, chiusa a riccio a difesa dello 0-1 che la tiene in vita e le lascia una speranza, la Juventus arriva all'intervallo senza nemmeno un tiro in porta, uno straccio di idea, per non dire un'occasione. Brutta davvero e se l'Inter fosse un po' più pratica e non sorpresa da tanta miseria potrebbe chiuderla qui. Invece Dzeko sciupa l'unica altra palla gol dei primi 45', Martinez gira intorno all'ombra di Bonucci e tutta l'Inter esibisce un giro palla accademico e stucchevole, per quanto indice di totale controllo della sfida.

A metà ripresa, Allegri cala finalmente il jolly. Anzi due. Chiesa e Dybala insieme. Inzaghi è sorpreso (ma com'è possibile? Cos'è che oggi non si conosce dell'avversario?) e per poco non ne esce tramortito. È un'altra Juventus, finalmente con 2 punte vere (Dybala più Morata), oltreché il suo giocatore oggi più forte (Chiesa). È merito, colpa o necessità avere ritardato così tanto il cambio di canovaccio alla partita? Solo Allegri conosce la verità, di certo dall'alto della tribuna o dal divano, Chiesa in panchina per più di un'ora è una bestemmia. Dybala, forse, al momento più di mezz'ora nelle gambe non ce l'ha. Cambia anche Inzaghi, mettendo Dumfries per spostare Darmian sulle tracce di Chiesa.

Sarà la mossa che gli costerà la partita.

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