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Milan-Monza, le insidie nascoste dalle emozioni. Pioli e Palladino avvisati

Per i rossoneri c'è il rischio di farsi trascinare dall'atmosfera, per i brianzoli il peso del confronto

Milan-Monza, le insidie nascoste dalle emozioni. Pioli e Palladino avvisati

Milano Milan-Monza è una overdose di emozioni. Adriano Galliani è il primo a esserne consapevole ripetendo da giorni la stessa riflessione («è la mia vita che mi sta passando davanti») facendo sfoggio anche di una memoria di ferro. Ricorda ai cronisti prima di partecipare all'assemblea di Lega serie A: «Molti di voi non lo sanno ma ci sono stati già due precedenti nel campionato di serie B del torneo 1982-83: finì 4 a 1 e 4 a 0 per il Milan. Speriamo di fare meglio». Non è il solo a confessare lo stesso stato d'animo. Perché anche Stefano Pioli sembra drizzare le antenne dinanzi al clima idilliaco di questa sfida che si prepara tra l'altro a replicare un altro esaurito a San Siro, l'ennesimo di questa stagione e non certo per un appuntamento di cartello. «Riconosco e capisco l'aspetto romantico dell'evento, Berlusconi e Galliani hanno fatto la storia del Milan ma ci aspetta una sfida difficile, faccio i complimenti a Palladino, dobbiamo affrontarla con grande concentrazione» ripete il tecnico che al pari del club organizza anche una comunicazione asciutta rinviando interviste legate a esponenti del vecchio Milan berlusconiano. Eppure, nelle settimane passate, proprio Stefano Pioli ha ricevuto numerose telefonate da Silvio Berlusconi per parlare in libertà di calcio. «È vero - conferma l'interessato - è accaduto in passato, non in questa settimana, e tra gli altri argomenti affrontati c'è stato quello che gli è più caro, cioè il suo parere contrario a far nascere dalla difesa l'azione di gioco».

Le insidie di cui parla Pioli sono persino tante. Perché da una parte c'è il rischio di farsi contagiare da questa atmosfera di nostalgico amarcord, dall'altra invece c'è la decisione di procedere a un significativo ricambio nello schieramento in vista del prossimo impegno, decisivo di Champions, a Zagabria, martedì sera. Origi e Rebic sono i primi candidati. «Da qui al 13 novembre abbiamo davanti 7 partite distribuite in 22 giorni: sarà impossibile farle giocare agli stessi» la spiegazione successiva che deve tener conto anche della squalifica europea di Tomori e di un ricambio magari a centrocampo (Pobega al posto di Tonali). Il terzo punto su cui Pioli deve riflettere è il seguente: in quest'ultimo tratto di campionato, c'è sulla carta una sequenza di impegni meno impegnativi (Monza, Torino, Spezia, Cremonese, Fiorentina) che potrebbero consentire al Milan di tenere il passo della concorrenza.

«La missione è fare tanti punti» si augura l'interessato che annuncia ufficialmente il ritorno di Maignan a gennaio, definisce quello di Ibra «un grande aiuto», e spinge il team a chiudere le partite quando capita l'occasione, rimpianto legato di sicuro al mancato 2 a 0 di Verona da parte di Giroud.

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