Pronti via. Valeria Straneo si è messa davanti al gruppone della maratona donne e non si è più voltata indietro. Anzi, a un certo punto sì. Lo confessa l'alessandrina 37enne, mamma di due bimbi (Leonardo e Arianna, che sono rimasti in vacanza con i nonni in montagna, mentre il marito Manlio è in tribuna a Mosca): «Al 35° km mi sono voltata e mi sono detta: "c..., non c'è più nessuno"». In verità una c'era ancora, la keniana Edna Kiplagat, campionessa in carica da Daegu 2011. È stata al traino fino al 40° km poi ha cambiato ritmo, ha superato la mammina azzurra ed è andata a riprendersi il suo oro. Ma la Straneo al traguardo è raggiante di gioia. Dopo il tricolore messo sulle spalle arriva anche la ruota in pista per festeggiare. Sembra non senta la fatica, dopo 42 km e 195 corsi a un ritmo indiavolato (3'25" al km) che ha stroncato la concorrenza metro dopo metro nell'afa terribile della capitale russa: 2h25'58" il suo tempo finale, a 14 secondi dalla keniana.
«Non so cosa dire - racconta al termine della fatica -. Ho fatto la mia gara, mi sentivo benissimo e ci ho provato, come mi aveva detto la mia allenatrice Beatrice Brossa». La Straneo, ottava ai Giochi di Londra dello scorso anno, non ci sperava più. La medaglia mondiale sembrava un sogno impossibile. «A una medaglia non credevo - confessa la piemontese -, pensavo a un piazzamento tra le prime dieci. Quindi sono felicissima, è un argento a cui do un grandissimo valore» Tre anni fa non avrei mai pensato di poter partecipare a una Olimpiade o a un Mondiale e adesso sono qui». Eh sì perché Valeria nel 2010 si è sottoposta all'asportazione della milza per sconfiggere la sferocitosi, una malattia genetica che determina la modifica dei globuli rossi e stanchezza cronica.
Grande abbraccio sul traguardo con l'altra azzurra, la genovese Emma Quaglia, 28 anni, compagna di allenamenti della Straneo, anche lei protagonista di una battaglia vinta contro una grave malattia. Emma ha battuto il morbo di Basedow, una patologia immunologica che comporta anche il tumore della tiroide. È stata ferma per anni, è passata dai 3mila siepi alla maratona e ai Mondiali ha colto uno splendido sesto posto, tutto in rimonta, raccogliendo per strada le avversarie distrutte dalla fatica.
E così 18 anni dopo Ornella Ferrara (bronzo a
Goteborg) l'Italia al femminile torna sul podio della gara più massacrante dell'atletica leggera. Un argento di valore che apre nel migliore dei modi la rassegna per i colori azzurri. Sperando di poter festeggiare ancora.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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