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Un oro pieno d'amore

Il maratoneta dell'acqua vince il mondiale nonostante il mal di stomaco Poi sorprende tutti mostrando un cartello... E Furlan fa il bis di bronzo

Un oro con amore. Una cavalcata trionfale nella 25 km di fondo dei Mondiali di Kazan per Simone Ruffini, che festeggia in maniera a dir poco sorprendente il primo successo nel nuoto dell'Italia a questi campionati. Sul gradino più alto del podio il fondista azzurro è protagonista di uno speciale fuori programma. Ruffini, che da qualche anno è fidanzato con la collega Aurora Ponselè, mostra alla compagna questo foglio: "Aurora, mi vuoi sposare?". E lei, dalla tribuna, annuisce e accenna ad un sì unendo le mani a forma di cuore. «Così non l'avrei mai immaginato, che botta!», confesserà la fondista che si cimenta anche nelle prove della piscina (800 e 1500 metri). «Viviamo all'Aniene, poi volevamo andare a convivere. Simo è tanto bravo, fatemelo abbracciare, ha tanto cuore e tanta mente». Lui, invece, dopo essersi liberato del "peso": «Sono molto contento e desidero dedicare questa medaglia a tantissime persone, ma soprattutto alla mia fidanzata. L'ho vista e già piangeva. Che felicità!». La proposta di matrimonio ha avuto successo e, finita la classica procedura di premiazione degli atleti sul podio, corrono entrambi ad abbracciarsi. Un colpo di teatro con il lieto fine.

La mattinata dell'azzurro, tuttavia, non era incominciata a cuor leggero, poichè il fresco campione del mondo combatteva con un forte mal di stomaco che condizionava la sua prima parte di gara. «Il malessere mi ha tenuto sveglio - ha commentato l'italiano -. Mi era successo già altre volte ma ho mantenuto la calma». Costretto a saltare i rifornimenti, necessari per poter affrontare al meglio una prova così logorante, Ruffini riusciva comunque a tenere botta agli avversari, soprattutto all'andatura asfissiante del brasiliano Villarinho, calato da metà gara in poi. A quel punto l'avversario da battere restava il favorito Alex Meyer, l'americano che fu giustiziere del nostro Valerio Cleri nel 2010. «Ho cominciato a capire - spiega l'allievo di Emanuele Sacchi - che Meyer non ne aveva più attorno ai mille metri quando mi lasciava andare e rimaneva lì ma un pò di paura c'è sempre stata, poi sono riuscito a staccarlo. È stata tosta, ma ci ho creduto fino alla fine».

Ancora più esaltato il ct Giuliani: «Impresa fantastica di Simone, una cosa eccezionale. Si è sentito male nella prima ora e quando succedono queste cose nel fondo è difficile riprendersi. Ha staccato l'americano con una tatttica perfetta». La giornata storica dell'Italia, che nella 25 km si conferma la nazione big del panorama mondiale, è completata dal terzo posto di Matteo Furlan, ancora una volta sul gradino più basso del podio dopo la 5 km. Con questa doppietta il team italiano eguaglia il risultato ottenuto da Baldini e Formentini nella 5 km di Fukuoka 2001. Cosa più importante, la 25 km resta la specialità che ha regalato più gioie alla Nazionale del fondo, che arricchisce la sua bacheca a dieci gemme del metallo più prezioso, come nessun altro paese.

Nella prova femminile, invece, Alice Franco e Ilaria Raimondi giungono rispettivamente settima e decima nella gara vinta dalla brasiliana Cunha.

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