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Ritorni da opportunisti. La sostenibilità di Lukaku e il film scritto da Pogba

Il belga è un colpo ma impone dei "sacrifici". Il francese vuole far ricredere il Manchester

Ritorni da opportunisti. La sostenibilità di Lukaku e il film scritto da Pogba

Vecchie glorie, vecchie conoscenze. Mai un pizzico di fantasia. Che dire altrimenti dei ritorni, probabili, ipotizzati, sedimentati da trattative infinite, riguardanti Pogba e Lukaku. Stavolta Juventus e Inter si sono prese a braccetto nel gioco dei ritorni eccellenti. Chi arriverà primo? Probabilmente la Juve. L'Inter deve ancora limare la valutazione finanziaria, che non è poca cosa. Allora tutti felici e contenti, come coppie che ci riprovano? Qualche dubbio passa e ripassa nel popolo tifoso. Però mai dire mai: la qualità c'è. Pogba, per vero dire, era volato via, giovane e sfacciato, a caccia di gloria, danari e di una vetrina di pregio. Lukaku è scappato, dopo un anno soltanto, invaghito dalla Premier e da questo amore poi mal corrisposto con il Chelsea. Ora tornano entrambi, ventinovenni, quindi non proprio giovinetti di belle speranze, accolti da un campionato che forse gradisce più il dietro front di Pogba rispetto a quello di Lukaku.

Dicono i tecnici che i due sono ideali, anzi essenziali, per proporre miglior futuro alle due squadre e qui casca il calcio nostro: possibile che manchi sempre la fantasia di andare a caccia di novità di successo anziché di vecchie glorie in angustie? E se è comprensibile la voglia di Inzaghi, che l'anno scorso si è visto sgusciare dalla mani il gigantone belga, non è altrettanto chiaro l'invaghimento di Allegri se non per una presa di coscienza: con i giovani e i colpi di genio la Juve in questi anni non ci ha preso. Basta vedere dove sono finiti acquisti più o meno credibili: in panchina o altrove. Dunque Allegri non ha messo mezze misure: meglio l'usato sicuro. L'Inter, a sua volta, si è accucciata dietro alle idee del tecnico. Che poi l'ad Antonello vada a spiegare «Tutto si può fare purché sostenibile» non è proprio una novità. E garantisce: «Cercheremo di farlo nei tempi corretti». Semmai c'è da stupirsi se la sostenibilità verrà data dalla vendita di giocatori, Skriniar e Dumfries, che hanno portato risultati. Lukaku è un usato sicuro ma a Milano, se andiamo per trofei, ha vinto meno di Dzeko, destinato a partire: magari alla Juve.

Ecco, in questa caccia al ritorno eccellente, che magari porterà scudetti e trofei, stonano un po' le origini delle storie. C'è quel tanto di opportunismo. Lukaku torna perché il tecnico del Chelsea non lo vuole più fra i piedi e il fastidio è reciproco. Pogba è riuscito a dir di peggio nella Docuserie di Amazon che lo incorona e ne presenta il bello della storia personale. Dice: «Sono ad un punto cruciale della carriera, non ho più diritto a sbagliare». E fin qui perfetto. Poi ricorda: «Voglio mostrare al Manchester che ha commesso un errore aspettando a propormi un nuovo contratto. Voglio dimostrargli che hanno sbagliato». Ovvero: vado alla Juve solo perché gli altri mi hanno snobbato. E qui cascan le braccia, per non parlare di animali raglianti. Ovvero: due grandi club italiani, ricchi di tradizione e successi, usati per motivi di rivalsa.

Juve e Inter si meritano di più.

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