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Schmeichel contro l'Uefa. "Dopo il dramma Eriksen ipotesi di ko a tavolino"

L'ex portiere: "C'era la minaccia dello 0-3, altro che decisione delle squadre". Ma Ceferin nega

Schmeichel contro l'Uefa. "Dopo il dramma Eriksen ipotesi di ko a tavolino"

Il caso Eriksen può diventare un problema per l'Uefa. Un problema serio, fastidioso, con risvolti e conseguenze pericolose per l'organismo calcistico europeo. Peter Schmeichel, leggenda danese e padre di Kasper, portiere della nazionale, ha smentito le tesi che siano stati i calciatori a chiedere di riprendere la partita contro la Finlandia e ha accusato l'Uefa di avere messo la federcalcio di Copenhagen di fronte a tre soluzioni.

Schneichel ha parlato alla Bbc: «Voglio subito dire che trovo ridicolo ch l'Uefa abbia scelto questa soluzione. La decisione dell'Uefa di far riprendere la partita. È accaduto qualcosa di terribile e la Uefa ordina ai giocatori di uscire e poi rigiocare i restanti 55 minuti oppure rinviare alle ore dodici del giorno successivo. Vi chiedo, che tipo di opzione è? Torni in albergo, a tre quarti d'ora di distanza, non riesci a dormire perché un trauma del genere, visto con i tuoi occhi, ha un effetto devastante su di te e poi dovresti tornare sul pulmann, alle 8 per giocare il resto della partita. No, non è stata un'opzione ma una decisione ridicola dell'Uefa che avrebbe dovuto studiare uno scenario diverso e mostrare un po' di compassione. Ma non l'ha fatto. Anzi Uefa ha dato la priorità alla programmazione televisiva rispetto al benessere di mio figlio e degli altri calciatori. Il risultato della partita è irrilevante. Ho letto ciò che l'Uefa ha comunicato, cioè che la stessa Uefa ha esaudito il desiderio di Christian e dei giocatori che insistevano per tornare in campo. Io so che questo non è vero. O forse questa è la loro verità. La terza opzione era quella di rinunciare a giocare e di perdere 3 a 0 tavolino. Come dire, risolvetela voi. E il desiderio dei calciatori di giocare? Avevano davvero la facoltà di scegliere? Non credo proprio. Lo stesso allenatore si è profondamente pentito di avere riportato in campo la squadra».

Versione respinta «categoricamente» da Ceferin e dal suo governo, qui non si tratta di bambini viziati e non risulta che Peter Schmeichel sia un cospiratore ma non è una novità che l'Uefa, come la Fifa, dinanzi all'imprevisto, in alcune occasioni alla tragedia e alla morte, procedano per la loro strada, che è quella squisitamente mercantile, là dove i contratti con le emittenti televisive e con gli sponsor non prevedono pause di riflessione, momenti di pietà e di coinvolgimento emotivo.

Il fair play è un concetto assai bello da pronunciare o da scrivere sui tabelloni e sulle maglie o bandiere ma appena l'arbitro fischia l'inizio della contesa, drappi e cartelloni vengono rimossi e i si presenta alla cassa.

Le condizioni di Christian Eriksen (si parla addirittura di dimissioni) sono stabili e soddisfacenti, questa è la cosa più importante ma per lui, per la sua famiglia, per i suoi amici. Non certo per il sistema football che espone i suoi pezzi da museo delle cere nelle varie tribune di questo europeo capaci di applicare i regolamenti e dimenticare il senso della vita.

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