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"Senza Gallinari noi piccoletti fra gli euro giganti"

Il play azzurro racconta il suo rapporto speciale con il ct e avvisa: "Nel basket la statura non è tutto"

"Senza Gallinari noi piccoletti fra gli euro giganti"

Non serve essere giganti. Quello di Marco Spissu, 27 anni, la piccola guardia di un metro e ottanta, è un sogno che si avvera. Sassarese doc, ha esordito in Serie A con la squadra della sua città all'età di 16 anni. Poi, alla Dinamo, la sua strada ha incrociato quella di Gianmarco Pozzecco. Con l'attuale ct è stata intesa a prima vista, negli anni insieme in Sardegna, dove hanno vinto due titoli: Supercoppa italiana ed EuroCup. «È un rapporto splendido, il nostro spiega Spissu, nuovo playmaker della Reyer Venezia dopo la stagione turbolenta a Kazan per le note vicende della guerra -. Ormai ci conosciamo da tanto tempo e ci siamo fidati sempre di più l'uno dell'altro».

Marco, come si trova con il metodo Pozzecco?

«Io e lui ci capiamo con uno sguardo, ci capiamo al volo. Lui ha bisogno di una figura così dentro la squadra. Cerco di aiutare i compagni e indirizzarli verso il tipo di basket che vuole lui. Porta avanti le sue idee ed è giusto così. Sono veramente felice di aver fatto questo step, di essere arrivato in Nazionale e averlo ritrovato dopo essere partiti dalla Dinamo insieme».

Il Poz è lo stesso?

«Gianmarco non cambia. Quest'anno è anche migliorato al fianco di coach Messina all'Olimpia. Però di base è sempre lui. C'è poco da fare, in senso buono È sempre lui, con le sue regole».

Del tipo?

«Sono quasi le stesse cose dei tempi di Sassari. Lui non sopporta chi arriva in ritardo. Che sia una riunione o un allenamento, questo non lo sopporta. L'unica cosa che non transige è l'arrivare in ritardo».

Come lei, anche il Poz faceva il play. Parlate molto?

«Sì, parliamo molto, visto che giochiamo nello stesso ruolo. Dice che devo essere la sua testa in campo. Ci si confronta molto. Abbiamo un rapporto super, abbiamo imparato a conoscerci negli anni. Questo è fondamentale per un allenatore che capisce i giocatori e viceversa. Siamo abbastanza tranquilli, se dobbiamo parlare ci confrontiamo senza nessun problema».

Mancherà Gallinari. Come farà la piccola Italia a sopperire al gap fisico e di stazza dei giganti delle altre Nazionali? Cosa serve per vincere?

«L'assenza di Gallinari, in questo senso, ci peserà parecchio. Perché sappiamo tutti il campione che è. Ma questo fa parte dello sport, bisogna guardare avanti e reagire. Dovremo mettere tutti qualcosa in più, a partire da noi piccoletti. Per sopperire al gap di altezza e stazza, dovremo correre di più, giocare in transizione, cercando di fare qualche canestro più facile in contropiede.

Per me non conta l'altezza, ma giocare col cuore».

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