Sinner e i suoi fratelli. Il delirio per il tennis che sfida il pallone

Pienone per Jannik, Berrettini e Musetti che ha battuto Nakashima. Ora Medvedev

Sinner e i suoi fratelli. Il delirio per il tennis che sfida il pallone
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Due milioni e centomila spettatori davanti alla Tv, e non era neanche la prima serata. Tra l'altro quasi come Lazio-Juve (confrontando i dati pay), per cui il ritorno di Jannik Sinner è stato un trionfo, aldilà del risultato: quando il presidente della Federtennis (e padel) Angelo Binaghi dice che il tennis è ormai il primo sport in Italia, quantomeno poco ci manca. Jannik ha dimostrato anche ieri infatti che il delirio non riesce a spegnersi: si è allenato su un campo laterale tutto esaurito con il boliviano Dellien curando in particolare il diritto, e quando poi verso la fine nel campo vicino si è pure presentato Berrettini con il fratello Jacopo è stata l'apoteosi. Un riscaldamento dei due fatto col pallone da calcio ha strappato l'entusiasmo dei presenti, e pure Jannik ha applaudito convinto. Insomma: il sorriso non manca.

Sono giorni pazzeschi, e Roma continua a regalare momenti imperdibili, tutti ormai vivisezionati dalle telecamere che non perdono un minuto di ciò che succede dentro il Foro. Dopo il successo contro Navone oggi Sinner troverà de Jong, olandese che porta sul braccio il nome del nonno Jan tatuato con le sue ceneri mischiate all'inchiostro e che è numero 93 al mondo. Jannik lo ha già ha battuto a Melbourne, e più che altro sarà proprio la forma raggiunta in questi giorni di rientro a decidere se il match si farà difficile: «Avevo tanti dubbi prima di scendere in campo dopo tre mesi - ha confessato il Fenomeno Rosso -, ma sarebbe stato un po' arrogante non averli. Però sono felice perché ho ritrovato me stesso: la partita è servita anche a farmi capire dove c'è da lavorare, ho ancora molto lavoro da fare per raggiungere il mio gioco migliore». Comincerà da una sfida che sarà stavolta pomeridiana (non prima delle 15, mentre la Paolini giocherà alle 12.30 e Berrettini alle 19), e la curiosità - anche del numero uno del mondo stesso - è di capire il livello: l'attenzione sui colpi di diritto in allenamento segnala un piccolo deficit ancora da colmare.

Nel frattempo l'Italia festeggia Lorenzo Musetti, che ha battuto Nakashima 6-4, 6-3 e ora si regala una supersfida agli ottavi contro Medvedev. «È stata la mia migliore partita al servizio, sono sorpreso da me stesso: ho tirato palline a 220 all'ora, sembravo Berrettini. Queste sono cose che fanno bene al mio tennis, e mi sono sentito sicuro anche col dritto, si è visto nel finale». Sarà un match da veri Top 10: «Con Medvedev ho perso già due volte, però si parla di qualche anno fa e di un'altra superficie. Sicuramente lui ha sempre fatto vedere bellissime cose a Roma, ma io ho il pubblico dalla mia parte e cercherò di sfruttarlo. Cercherò di aizzarlo con il mio gioco».

Poi, subito dopo la sconfitta di Passaro contro Khachanov (l'azzurro ha vinto i primi 3 game, poi ha preso un infilata di 12), eccolo di nuovo in campo per un doppio incredibile: la coppia dei Lorenzo (Musetti e Sonego) contro il duo Berrettini. A Roma, ormai, capita pure questo.

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