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La Superlega vive nel triangolare americano

Agnelli, Perez e Laporta si incontrano. E per l'Uefa altri guai dal Lussemburgo

La Superlega vive nel triangolare americano

Real Madrid-Barcellona si è già giocata: a Las Vegas hanno vinto i blaugrana 1-0, gol di Raphinha ed esordio di Lewandowski. Stanotte, contro la squadra di Xavi toccherà alla Juventus: al Cotton Bowl Stadium di Dallas, dove sono attese decine di migliaia di spettatori. Quindi la squadra di Allegri, che pochi giorni fa ha battuto 2-0 i messicani del Chivas Guadalajara, chiuderà sabato la sua campagna americana guardando negli occhi il Real Madrid a Los Angeles. In pratica: è la Soccer Champions Tour, ma assomiglia tanto al nipotino di quella che i tre grandi club europei vorrebbero diventasse la Superlega. Di cui tanto si è detto e parlato nei mesi scorsi con infinite polemiche, accuse, repliche e chi più ne ha più ne metta: erano partiti in dodici compresi Milan e Inter - e sono rimasti in tre. Appunto: Juventus, Barcellona e Real Madrid. Società che non mollano l'idea di andare oltre l'Uefa e le competizioni da essa gestite, aspettado di capire gli sviluppi che arriveranno dal tribunale, con nuove udienze all'orizzonte e il 15 dicembre come giorno in cui si esprimerà l'avvocato generale e, forse, si capirà che tendenza potrà prendere la vicenda. Nulla può essere dato per scontato, nemmeno che le tre società di cui sopra alla fine la spuntino o quasi: è peraltro di ieri la notizia secondo cui la società lussemburghese Swift Hesperange rappresentata da Martin Hissel e Jean-Louis Dupont, il legale che difende anche la Superlega sostiene che l'Uefa e la federazione calcistica lussemburghese stanno bloccando ingiustamente l'emergere di campionati transfrontalieri e di conseguenza il mercato dei trasferimenti di giocatori. Il club ha quindi presentato ricorso al Tribunal d'arrondissement, chiedendo ai giudici di rivolgersi ai tribunali dell'Unione Europea: sono insomma parecchie le cose che bollono in pentola e immaginare adesso che tutto rimarrà tale e quale potrebbe rivelarsi anche un azzardo.

Nel frattempo, appunto, Juve-Barcellona. Senza Pogba (affaticamento a un ginocchio), ma con Di Maria - che ha già fatto innamorare di sé l'intero popolo bianconero e anche con l'esordio stagonale di Vlahovic. Probabile che Allegri non veda l'ora di piazzare l'argentino dalle parti del serbo: per cominciare a vedere l'effetto che fa e magari per spaventare la concorenza. Almeno quella italiana: per ambire ai più alti piani europei servirà invece qualche altro innesto.

A cominciare da Paredes (Psg), identificato come il cervello da piazzare in mezzo al campo.

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