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Cardinale, orgoglio Milan. Voglia di riscatto

Il ritorno a San Siro di Gerry Cardinale non è un atto formale né di vetrina per onorare il derby di fine stagione

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Cardinale, orgoglio Milan

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Il ritorno a San Siro di Gerry Cardinale non è un atto formale né di vetrina per onorare il derby di fine stagione. C'è un messaggio trasversale che emerge dietro le frasi al Sole 24 ore che non aggiungono grandi novità al piano del proprietario americano. Se continua a ripetere che «rimarrò a lungo per costruire una realtà vincente» e che «non abbiamo vinto ma siamo secondi» allora vuol dire che questa presenza ripetuta a pochi giorni dalla sfida con la Roma ha un significato molto interno. Vuole trasmettere a Pioli e al gruppo di Milanello un attestato di ulteriore fiducia e far sapere che nulla è stato deciso sul futuro della panchina come testimoniano le otto candidature, le più diverse tra loro, pubblicate dai media e votate dai social. Allora il racconto della domenica di passione milanista in attesa del sesto derby, scandito anche da uno strano fenomeno (alcuni pessimisti hanno deciso di rinunciare al biglietto o all'abbonamento magari cedendolo a qualche amico interista, ndr), può ricominciare dalle parole spese da Stefano Pioli e dalle sue riflessioni che raccontano forse l'unica verità utile per ricostruire il non detto per le due partite perse nettamente contro la Roma. «Forse c'è stato un peccato di presunzione» la sua analisi, da condividere e nata dal fatto che nei due precedenti snodi di campionato il doppio successo rossonero è apparso senza particolari difficoltà.

«Per questo motivo predico per il derby un sano nervosismo, non devono giocare per me ma per i tifosi, per il club, da squadra vera» è la raccomandazione di Pioli che dedica soltanto ai tifosi da social una stoccata quando segnala che «non tanti sono stati milanisti», alludendo alla campagna pioliout nata e coltivata con la passata stagione e mai passata di moda. «Basta parlare di me, non ha fatto bene a nessuno, non a me» insiste ancora Pioli che non viene considerato ancora fuori dai cancelli di Milanello perché le parole sussurrate da Ibra e Furlani nelle ultime ore hanno avuto questo senso. Ma più dei messaggi conteranno i comportamenti e soprattutto la resa dei protagonisti rimasti oscurati durante i quarti di Europa league, da Leao fino a Maignan, da Giroud che molti vorrebbero vedere in panchina dopo la recente ripetizione di errori sotto porta. «Spero di schierare il miglior Milan possibile» promette in modo generico proprio per lasciar trapelare qualche cambio: sarebbe logico oltre che inevitabile. «Non mettiamo i buoi davanti al carro» sintentizza. Ma dal derby passerà il bilancio di fine stagione con la priorità di cui parla e racconta il tecnico di Parma senza specificare a cosa si riferisca. Di sicuro perché perdere eventualmente il sesto di fila significherebbe consegnarsi alla sentenza della piazza, al patibolo. «Accetto le critiche ma alcuni non mi hanno portato rispetto» è la chiusura di Pioli.

A rispettarlo dovrebbero provvedere proprio i suoi stasera.

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