Cronaca locale

"Lo stile di Silvio diverso da tutti"

Il coordinatore di Fi stupito dai messaggi di tantissimi e dal gelo degli avversari

"Lo stile di Silvio diverso da tutti"

«Per noi il presidente Silvio Berlusconi non è solo il presente, ma anche il futuro. E non vediamo l'ora di abbracciarlo». Alessandro Sorte, deputato azzurro e di recente nominato coordinatore lombardo di Forza Italia succedendo a Licia Ronzulli, è travolto da uno «tsunami d'affetto» per il Cavaliere all'ospedale San Raffaele. Insieme ai vari parlamentari ed esponenti regionali, dal momento del ricovero sta continuamente ricevendo migliaia e migliaia di messaggi di vicinanza indirizzati a un uomo che proprio in questi momenti difficili scopre quanto sia amato. «Mi scrivono anche tantissime persone che non lo hanno mai votato, ormai il presidente è un patrimonio dell'Italia intera. Ci tenevamo a fargli sapere che ci sono tantissimi cittadini che in questo momento sono con lui e che lo attendono a braccia aperte».

Onorevole Sorte, si aspettava qualche parolina buona in più dagli avversari vista la situazione?

«Oggi non è il giorno delle polemiche. Ma Berlusconi che ha sempre avuto il sorriso sulle labbra e il sole in tasca, ha uno stile ben diverso da tutti gli avversari. La nostra politica non è mai stata quella dell'odio ed è una delle tante cose che rivendichiamo. Noi siamo il partito che non ha mai invidiato nessuno, sul solco del suo modo di fare: pragmatismo e magari anche una battuta simpatica».

Questione di stile?

«È un tratto caratterizzante di Berlusconi. Negli ultimi trent'anni è stato sempre identificato come il nemico non da battere, ma da abbattere. E nonostante questo c'è differenza tra quello che gli hanno sempre fatto e come lui si rapporta con gli avversari. Penso che questo derivi da uno stile d'altri tempi».

Se ne parla molto sui giornali, oggi come sta Forza Italia?

«Nel partito vedo un clima di consapevolezza nel fatto che bisogna essere tutti uniti e stare vicini al presidente Berlusconi. A partire dal coordinatore nazionale Antonio Tajani, stiamo facendo quello che ci ha costantemente insegnato: non mollare e lavorare, lavorare, lavorare. Quello che ha fatto fino all'altro ieri nella cura dei dossier e nel programmare il rilancio del partito. La cosa più giusta e bella che possiamo fare per lui in questo momento così difficile è continuare a lavorare».

Il 5 e il 6 maggio a Milano ci sarà una grande manifestazione nazionale di Forza Italia.

«Dove noi attendiamo il suo intervento a braccia aperte. L'auspicio mio e di milioni di elettori azzurri è di vederlo in presenza. Questo evento significa mettere al centro della politica Milano e la nostra Regione: il rilancio di Forza Italia passa proprio dalla Lombardia. E tutti lo sanno».

Berlusconi per primo.

«Gli avevo promesso che avremmo lavorato anche il sabato prima di Pasqua e infatti anche ieri abbiamo organizzato una riunione con i coordinatori provinciali del partito anche per cominciare a preparare la corsa verso le amministrative. Fargli trovare un partito pienamente funzionante è il modo migliore per aspettarlo».

Che consiglio le ha dato il presidente Berlusconi quando ha deciso di sceglierla come nuovo coordinatore per la Lombardia?

«L'ho visto recentemente e ha le idee molto chiare: è al lavoro sulla riorganizzazione di Forza Italia che deve essere capillare e partire dai territori. Ci ha chiesto di nominare 8mila riferimentim, uno in ogni Comune, 1.500 solo in Lombardia».

Il ruolo di voi azzurri nel governo nazionale rimane lo stesso. Vi avvicinerete più al premier Meloni?

«Berlusconi oggi è Forza Italia e ricopre una funzione strategica nell'esecutivo, dove abbiamo un ruolo fondamentale. Ha tracciato una strada che noi seguiamo e condividiamo. Lui ci tiene al fatto di ricordare che siamo i più atlantisti, europeisti, riformisti e moderati. E stiamo nella prima famiglia europea, quella dei Popolari».

Una cosa che apprezza particolarmente di Berlusconi?

«Il fatto che, paradossalmente, non è mai stato un vinto».

Ci spieghi meglio.

«Berlusconi combatte e gioca sempre fino all'ultimo minuto, spesso e volentieri sovvertendo risultati già scritti. Non posso non ricordare le elezioni politiche del 2006.

La sinistra fece di tutto per buttarlo giù e partì con dieci punti di distacco. Nel centrodestra era l'unico a crederci, scese in campo e recuperò lo svantaggio nonostante tutte le falsità. Ha vinto tantissimo, a volte ha perso. Ma non è mai stato un vinto».

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