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"Non c'era più il soffitto...". Il terrore sul volo da sogno alle Hawaii

Sulla breve rotta che collega le isole Hawaii, un Boeing 737 della Aloha Airlines perde un pezzo di carlinga a 7.000 metri. A bordo il panico: "Sembrava di stare in mezzo a una tempesta"

"Non c'era più il soffitto...". Il terrore sul volo da sogno alle Hawaii
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Aeroporto internazionale di Hilo, isole Hawaii. Dalla cabina di un Boeing 737 operato dall’esotica Aloha Airlines, il comandante Robert Schornstheimer annuncia al microfono che il tempo è sereno e che il volo, diretto all’aeroporto della capitale Honolulu, durerà all’incirca un’ora. Come al solito. Gli 89 passeggeri, molti dei quali turisti che stanno per iniziare o proseguire o viaggio “da sogno” ascoltano rilassati e allacciano diligentemente le cinture. Sono le 13.25 del 28 aprile 1988. Un giovedì.

La tratta da percorrere è breve, appena 300 chilometri. Corsa e ripercorsa un migliaio di volte. A bordo dall'aereo di linea sono imbarcati 6 membri dell’equipaggio reclutati da una compagnia piccola ma longeva: affronta il viaggio Hilo - Honolulu dal lontano luglio 1946, quando i vecchi aerei da trasporto a elica avevano spiccato il volo per la prima volta come concorrenti dei vettori siglati Hawaiian Airlines. Nessuno avrebbe mai sospettato che di lì a pochi minuti dal decollo, a bordo del volo 243 si sarebbe verificato uno dei più singolari incidenti dell'intera storia dell’aviazione civile.

Il velivolo, un Boeing 737-297 registrato con il codice N73711, raggiunge la quota prestabilita di 7.300 metri e viaggia a velocità di crociera, quando alle 13.48 un sibilo intenso irrompe nello scompartimento passeggeri scatenando un'improvvisa preoccupazione a bordo. Basta un istante per suscitare urla e terrore, poi il silenzio portato dal rumore del vento in tempesta.

La prima ufficiale Madeline Tompkins non crede ai suoi occhi quando, vendendo la porta che separa la cabina dallo scompartimento passeggeri completamente divelta, scopre che un’intera sezione del rivestimento superiore della carlinga si è staccato di netto, ed è volato via. Precipitato nell’Oceano Pacifico. "Dove prima c'era il soffitto della prima classe, si vedeva solo il blu del cielo ", racconteranno dalla cabina. "C'era un vapore simile a un fumo in tutti i detriti che volavano intorno", testimonierà in seguito uno degli assistenti di volo. Perché ciò che segue è un piccolo miracolo - anche se non privo di vittime.

La depressione esplosiva e l'atterraggio d'emergenza

Una decompressioneesplosiva” ha provocato lo squarcio nella carlinga e resta poco da fare se non mantenere la calma nella cabina dove il vento fischia fortissimo. I passeggeri devono essere terrorizzati, pensando già al peggio. Il comandante invece cerca di mantenere il sangue freddo nonostante il calo di potenza di uno dei due motori.

L'aeroporto più vicino è quello sull'isola di Maui. La priorità è perdere quota gradualmente e compiere un atterraggio d’emergenza. Manovra condotta in 13 minuti dall’incidente. Sulla pista dell’aeroporto Kahului di Maui le unità di soccorso si trovano incredule di fronte a un caso mai visto prima: un aereo di linea che atterra senza quelli che a occhi possono risultare 6 metri della sezione superiore della di carlinga - approssimativamente 1/3 dello scompartimento passeggeri.

"A circa 5, 4 metri dal rivestimento della cabina e dalla struttura a poppa della porta d'ingresso della cabina e sopra la linea del pavimento del passeggero separati... durante il volo", si poteva leggere sul rapporto a conclusione dell’indagine condotta dal National Transportation Safety Board degli Stati Uniti (NTSB).

Le cause dell’incidente andavano attribuite alla manutenzione inefficiente di un velivolo che al momento dell’incidente aveva accumulato 35.496 ore di volo in 89.680 cicli di decollo/atterraggi.

Tracce di corrosione sulla fusoliera, attribuibili alla salsedine, che di certo non manca di intaccare mezzi e strutture nelle isole Hawaii, e il deterioramento del “collante epossidico che unisce i pannelli” non avevano sostenuto le continue sollecitazioni del ciclo decollo/atterraggio strettamente collegato ai voli brevi della tratte eseguita che comportavano continue compressioni e decompressioni. Tutto ciò aveva indebolito la struttura fino a generare il tragico evento. Il volo 234 dell’Aloha Airlines aveva subito una "decompressione esplosiva e un cedimento strutturale" che, oltre al succitato cedimento, aveva portato al guasto del motore sinistro. Ma non era tutto.

Una tragica fatalità

Come riportato in dettaglio dal Newzeland Herald, una tragica fatalità - non inclusa formalmente nel rapporto - potrebbe essere alla base dell'entità dello squarcio verificatosi sul volo Aloha 243. Abbiamo già annunciato come l'incidente, pur conclusosi in un miracoloso atterraggio d'emergenza, non rimase privo di vittime.

L'unica persona che perse la vita fu infatti l'assistente di volo Clarabelle Lansing, di 58 anni. Il suo corpo, risucchiato fuori dall'aeromobile, non è stato mai ritrovato. Risucchiata dallo squarcio nell'abitacolo - come da testimonianza di alcuni passeggeri - il corpo dell'assistente rimasto incastrato dello squarcio iniziale avrebbe "provocato un picco di pressione con quello che viene in gergo chiamato colpo d'ariete”. La tragica e fatale combinazione di fattori avrebbe dato luogo a uno squarcio di circa 6 metri, assai maggiore dei 25 centimetri che un rivestimento sollecitato dovrebbe teoricamente sostenere per consentire quella che viene definita "decompressione controllata".

Le altre vittime di Aloha 243

Degli 89 passeggeri registrati, 65 riportarono traumi lievi, 8 lesioni gravi. Nel dettaglio vengono riportate ustioni e lacerazioni provocate da detriti e cavi elettrici scoperti che entrarono iin contatto con due passeggeri seduti in prima classe - proprio in prossimità della cabina. Su almeno una dozzina di passeggeri vennero riscontrate lesioni come commozioni cerebrali e lacerazioni alla testa. A questo genere di ferite si andarono ad aggiungere numerosi casi di lesioni causate dall'improvviso cambiamento di pressione. Nessun danno risultò tuttavia permanente.

La Federal Aviation Administration non fu in grado di valutare adeguatamente il livello di negligenza nel programma di manutenzione condotto della compagnia aerea nota come Aloha Airlines. Mentre l'Ntsb in precedenza citato elogiò i piloti per la ferma e risoluta reazione agli eventi. Definendo "esemplare" il loro coraggio e la professionalità degli assistenti di volo.

Il terrore nei cieli delle Hawaii era durato meno di 15 minuti, ma nessuno ha mai scordato le immagini di quell'aereo che era sceso sulla pista "senza una parte del tetto".

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