Scienze e Tecnologia

Cambridge "crea" pazienti olografici per formare medici e infermieri

Le ultime novità tecnologiche hanno permesso alcuni studiosi dell'Università inglese di progettare un'immagine 3D di personaggi da "curare" attraverso il metaverso

Occhiali Microsoft HoloLens per realtà mista
Occhiali Microsoft HoloLens per realtà mista

Una realtà virtuale per imparare a operare i pazienti. I medici degli ospedali universitari di Cambridge (CUH) e i ricercatori della Facoltà di Scienze dell'Educazione e Formazione, hanno messo insieme le loro conoscenze per sfruttare al meglio la tecnologia moderna. Attraverso la realtà virtuale sarà possibile offrire una formazione medica completa agendo direttamente su pazienti 3D. Il progetto mira a rendere la formazione clinica concreta, di alto livello e accessibile in tutto il mondo.

La "realtà mista"

La tecnologia sta regalando all'essere umano un "universo parallelo" creato dall'uomo per l'uomo. La realtà mista è una miscela di mondi fisici e digitali, creata attraverso interazioni umane con computer in ambienti naturali e intuitivi. Ed è un settore che al momento è in rapida espansione poiché include al suo interno varie sezioni, dai giochi ai sistemi lavorativi, fino a comprendere anche le relazioni sociali. Solo pochi mesi fa si parlava del matrimonio tra un uomo giapponese e l'ologramma di un personaggio fantasy.

La formazione clinica attraverso ologrammi

La Cambridge University Hospitals con la società tecnologica GigXR con sede a Los Angeles ha lavorato a lungo per progettare la "HoloScenarios", un'applicazione di formazione basata sulla creazione di pazienti olografici realistici.

"La realtà mista è sempre più riconosciuta come un metodo utile di addestramento tramite simulazione", ha affermato il dottor Arun Gupta, consulente anestesista presso il CUH che è alla guida del progetto. "Mentre le istituzioni scalano gli appalti, la domanda di piattaforme che offrono utilità e facilità di gestione dell'apprendimento in realtà mista è in rapida espansione".

Per "operare" sull'ologramma gli studenti indossano degli occhiali particolari che permettono loro di vedere il paziente 3D, con annesse delle cuffie Microsoft HoloLens dalle quali potranno sentire la formazione dei loro docenti. Questa tecnologia crea un ambiente molto simile a una sala operatoria o qualsiasi altra stanza medica. Così medici e infermieri potranno apprendere attraverso la pratica e soprattutto senza far male a nessuno. Non solo, l'applicazione è studiata anche per far parlare i pazienti virtuali con gli apprendisti reali. In questo modo i tirocinanti potranno trovarsi di fronte varie richieste e sintomi da curare.

Per convenzione la formazione di giovani medici e infermieri avviene attraverso una "recita" tra due studenti che interpretano il medico e il paziente. Con l'arrivo del Covid, però, l'insegnamento della pratica era venuto meno per evitare il rischio di contagio. Questa opportunità, invece, concilia una concreta attività pratica evitando ogni pericolo. Inoltre gli allievi sembrano davvero entusiasti del nuovo metodo di studio:"Avere un paziente con ologramma con cui puoi vedere, ascoltare e interagire è davvero eccitante e farà davvero la differenza per l'apprendimento degli studenti".

Ogni attività sarà divisa in moduli, il primo, al momento, comprende varie patologie come asma, anafilassi, embolia polmonare e polmonite.

I vantaggi del virtuale

Oltre a ridurre i rischi, la nuova tecnologia potrebbe anche fornire una formazione più economica senza la pesante richiesta di risorse della simulazione tradizionale che può rendere la formazione "immersiva" un problema dal punto di vista finanziario. Nel programma tradizionale sono inclusi oltre i costi per la manutenzione dei centri di simulazione e delle loro attrezzature anche le ore in più pagate ai docenti e al personale che si occupa dei laboratori, Inoltre si perdeva tempo utile per formare gli attori che avrebbero preso le parti dei pazienti.

Ecco perché medici, insegnati e ricercatori si augurano che il progetto venga davvero preso in considerazione dalle istituzioni "allo stesso modo in cui le valutano le risorse convenzionali, come libri di testo, manichini, modelli o software per computer", ha dichiarato il professor Riikka Hofmann della Facoltà di Scienze della Formazione di Cambridge.

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