Scienze e Tecnologia

Un manifesto per difendere la privacy in rete

250 esperti del mondo pubblico e privato e dei big tech hanno elaborato in tavoli tematici e illustrato alcune idee e soluzioni in risposta alle imminenti sfide che attendono la protezione dei dati personali

Un manifesto per difendere la privacy in rete

I nostri dati hanno un valore che troppo spesso sottovalutiamo. Quando li condividiamo in Rete ne perdiamo il controllo e qualcuno se ne appropria per finalità subdole. C’è bisogno di tanta educazione al valore dei dati, soprattutto tra i bambini che utilizzano con leggerezza e ingenuità gli strumenti digitali, senza rendersi conto della loro pericolosità. Si è concluso con la firma del "Manifesto di Pietrarsa", l’evento “State of Privacy ‘22”, organizzato venerdì scorso dal Garante della privacy a Napoli, al Museo Nazionale ferroviario di Pietrarsa. L’occasione era la ricorrenza dei 25 anni dall’entrata in vigore della prima legge italiana sulla privacy e dall’istituzione dell’Autorità per la protezione dei dati personali. All’evento hanno partecipato oltre duecentocinquanta esperti del mondo pubblico e privato e dei big tech, che hanno elaborato in tavoli tematici e illustrato in sessioni plenarie alcune idee e soluzioni in risposta alle imminenti sfide che attendono la protezione dei dati personali.

I contenuti del Manifesto

Il Manifesto chiede a chi vi aderirà l’impegno a promuovere azioni e risultati quantificabili in ambiti specifici quali trasparenza, consapevolezza, educazione e a mettere in atto attività attraverso il sito istituzionale del Manifesto di Pietrarsa. Le iniziative mirano a rendere trasparenti, accessibili e comprensibili le informative sul trattamento dei dati personali, per passare da una trasparenza formale ad una trasparenza effettiva; ad accrescere il livello di consapevolezza delle persone al valore dei loro dati attraverso attività promozionali, campagne di informazione, giochi a premi, rubriche di attualità; a progettare percorsi di formazione, anche a distanza, rivolti a bambini e anziani sul valore dei dati personali e per accrescere la loro consapevolezza nell’uso dei dispositivi e dei servizi digitali.

Le prime significative adesioni

Primi aderenti al Manifesto, dopo la firma del Presidente del Garante Pasquale Stanzione, Polizia postale, Guardia di Finanza, Università Roma Tre, Fondazione Telefono Azzurro, Iliad, Ferrovie dello Stato italiane, Arduino, RoadHouse, Meta, Mediaset, Google, Carioca, Enel, @LawLab (Luiss), Mondadori, McDonald’s, TikTok, Sky, il divulgatore scientifico Marco Camisani Calzolari.

I rischi e le sfide

"I nostri dati personali", si legge nella premessa al Manifesto, "consentono a un numero crescente di soggetti pubblici e privati di conoscerci sempre meglio e, questa conoscenza, se utilizzata nel modo sbagliato, può influenzare decisioni negoziali e politiche. I nostri dati personali generano un enorme valore economico sui mercati globali e, se utilizzati a scopi politici, potrebbero mettere a rischio i processi democratici". La disciplina della privacy viene vista come un fastidioso adempimento burocratico dai più giovani, che soffrono quando non si sentono liberi di condividere qualsiasi dato, senza percepirne il valore.

"Per scongiurare tale rischio", scrivono ancora nella premessa i promotori del Manifesto, "è indispensabile e improcrastinabile la promozione di una campagna di massa di educazione al valore dei dati personali e la diffusione di best practice capaci di accrescere il livello di trasparenza effettiva garantita alle persone, a cominciare dai bambini".

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