Scienze e Tecnologia

La lista segreta di Facebook: ecco la "casta" senza regole

Secondo Mark Zuckerberg, Facebook non farebbe distinzioni fra i suoi utenti fra vip e i comuni mortali. I documenti pubblicati dal Wall Street Journal lo smentiscono

Mark Zuckerberg
Mark Zuckerberg

Altro che regole valide per tutti, dai comuni mortali ai vip: anche su Facebook esiste una casta protetta, un'élite che può permettersi di dire ciò che gli pare, senza conseguenze. Mark Zuckerberg ha dichiarato pubblicamente a più riprese che Facebook consente ai suoi oltre tre miliardi di utenti di parlare e discutere alla pari con le élite della politica, della cultura e del giornalismo e che i suoi standard di comportamento si applicano a tutti, indipendentemente dallo status e dalla fama del singolo utente. Peccato che non sia affatto così: come riporta il Wall Street Journal, privatamente, l'azienda ha messo in piedi un sistema che tutela gli utenti di alto profilo e quelli che godono di più audience. Parliamo di circa 5,8 milioni di persone che godono di un trattamento speciale, secondo i documenti in possesso del Wall Street Journal, nelle quali troviamo star del calcio come il brasiliano Neymar o politici di fama come la senatrice progressista Elizabeth Warren.

La lista segreta che tutela l'élite su Facebook in base all'audience

Quest'élite individuata da Facebook è coperta da un sistema, soprannominato "XCheck" o "controllo incrociato", creato per colmare le "carenze" del doppio processo di moderazione della piattaforma social. Le conferme arrivano anche dall'interno dell'azienda, un ex dipendente ha dichiarato in una nota che la società "fa regolarmente eccezioni per attori potenti", tutelando così i profili che portano più audience al social media più famoso del mondo. E sono molti i dipendenti della società di Zuckerberg che disapprovono una politica che - di fatto - discrimina gli utenti in base all'audience. Anche perché i problemi che possono sorgere sono dietro l'angolo. Come riportato dal Wall Street Journal, quando un profilo viene inserito in questo sistema speciale ed elitario, è difficile poi per i moderatori della piattaforma intervenire. Caso emblematico quello del già citato Neymar, che ha pubblicato sul suo profilo Facebook una comunicazione privata estrapolata da WhatsApp di una donna che lo accusava di stupro. Gli screenshot mostravano il nome della donna in questione e le sue foto nuda e questo, a un utente "normale", non sarebbe assolutamente consentito.

Il caso Neymar

La condivisione di "immagini intime non consensuali" da parte di Neymar avrebbe dovuto spingere Facebook a eliminare il post, ma poiché il celebre calciatore è coperto da XCheck, ai moderatori è stato impedito di rimuovere il contenuto, che è stato poi visto da 56 milioni di utenti online. Meno del 10% del contenuto tutelato da XCheck segnalato dai moderatori è stato rivisto, secondo un documento riportato dal giornale. Il portavoce di Facebook Andy Stone ha dichiarato al Journal che questa percentuale è cresciuta nel 2020, senza però fornire prove a sostegno di tale affermazione. Insomma, parafrasando George Orwell: su Facebook tutti gli utenti sono uguali, ma i vip sono più uguali degli altri.

È la democrazia digitale, bellezza.

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