Roma

Trigoria, fiaccole contro il campo nomadi

Il corteo con i residenti guidato da Rampelli (An) partirà oggi alle 18 da piazzale Reffo

Andrea Cuomo

Un’università selettiva, meritocratica, fortemente connessa al mondo delle imprese. È la Luiss, la Libera università internazionale degli studi sociali, nata nel 1974 dalla trasformazione della Pro Deo a opera di un gruppo di imprenditori guidato da Umberto Agnelli e dal 1994 dedicata a Guido Carli, già presidente di Confindustria. E proprio a Confindustria la Luiss è legata a doppio filo. Nell’organigramma (Luca Cordero di Montezemolo è il presidente) e negli obiettivi, che sono quello di formare all’insegna di una solida cultura di impresa la futura classe dirigente del Paese. Tre facoltà (Economia, Giurisprudenza e Scienze Politiche), quindici corsi di laurea, sei triennali, e nove biennali (due dei quali interdisciplinari accessibili anche da laureati in diverse discipline. Per iscriversi c’è tempo fino al 2 dicembre), 5mila studenti dei quali la metà circa proveniente dal Sud, 800 laureati di media l’anno e un bassissimo tasso di dispersione (2,9 per cento annuo contro il 19,5 di media nazionale), un brevissimo tempo medio di attesa tra la laurea e il primo posto di lavoro (nell’87 per cento dei casi meno di sei mesi). Cifre che riassumono la forza dell’ateneo il cui rettore è da qualche mese Marcello Foschini, 72 anni, già professore ordinario di Diritto Commerciale, per quindici anni preside della facoltà di Giurisprudenza e per tre prorettore.
Rettore Foschini, a leggere queste cifre viale Pola, sede della Luiss, non sembra nemmeno essere a Roma...
«Noi siamo da sempre innovativi e anticipatori: siamo nati con l’idea di creare rapporti tra l’università e l'impresa e da trent’anni ci occupiamo di creare una classe dirigente che conosca a vario titolo il mondo delle imprese. E questo vale, sia chiaro, non solo per chi nelle imprese lavorerà, ma anche per chi poi si troverà a lavorare nelle istituzioni pubbliche. Noi vogliamo creare degli studenti che alla fine del corso di studi siano pronti a essere inseriti nel mondo del lavoro. Oggi ancor più di trent’anni fa i giovani devono programmare il proprio futuro, e, una volta laureati, non possono adagiarsi o trastullarsi perdendo tempo».
Per questo voi avete degli strumenti ad hoc.
«Certo. Abbiamo il placement office, un organismo che permette incontri tra studenti e imprese a vario titolo. Noi mandiamo i nostri studenti nelle imprese per tirocini e stage, ma incoraggiamo anche le imprese a venire qui a raccontarsi. Peraltro è intenzione dell’attuale presidente, Luca Cordero di Montezemolo, stringere sempre di più il rapporto privilegiato che c’è tra la Confindustria e la Luiss».
Quali sono gli altri fiori all’occhiello della Luiss?
«I nostri punti di forza sono il numero programmato di studenti, con severe prove di ingresso che premiano i più motivati e preparati, la frequenza obbligatoria, un corpo docente di livello internazionale, lo studio intensivo di lingue e informatica, gli scambi internazionali. E poi ci sono corsi che da sempre sono il nostro vanto e che anticipano i tempi grazie alla loro interdisciplinarietà: come ad esempio Diritto industriale e il corso di laurea magistrale in Law&economics».
Quali sono gli obiettivi della Luiss e di lei come rettore nell’immediato futuro?
«Sono tre: internazionalizzazione, ricerca collegiale e servizi. Prima di tutto bisogna aumentare il numero di corsi di laurea in Inglese con professori prevalentemente stranieri, i migliori del mondo. Questo ci consentirebbe di attirare più studenti stranieri e di porre la Luiss ancor più al centro del “mercato” universitario. Per quanto riguarda la ricerca collegiale, stiamo pensando a pubblicizzare l’idea di uno studio collettivo sui temi centrali dello sviluppo dell’impresa, che dia lustro all’ateneo e alla Confindustria.

Infine vogliamo migliorare ulteriormente i servizi allo studente: prima di tutto in termini di residenze (ciò che garantirà alle famiglie risparmio e tranquillità) e per ciò che riguarda i servizi extradidattici come laboratori culturali, cinema, teatri e sport».

Commenti