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Il silenzio davanti alla morte del Cav: tutta la piccolezza dei Ferragnez

Niente possono i guadagni a sei zeri davanti alla piccolezza umana: Chiara Ferragni e Fedez, ingabbiati dei loro follower, tacciono sulla morte del Cavaliere

Il silenzio davanti alla morte del Cav: tutta la piccolezza dei Ferragnez

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Una settimana fa, poco dopo le 9.30 del mattino, l'Italia è cambiata. Inesorabilmente. Il 12 giugno del 2023 sarà per sempre ricordato come il giorno il cui, improvvisamente, l'Italia si è intorpidita al pensiero che Silvio Berlusconi se n'era andato. Uno stordimento generale accompagnato dall'incredulità. Perché per tutti arriva quel giorno ma ci si era ormai abituati all'idea che il Cavaliere ci sarebbe stato, se non per sempre, almeno per un tempo ragionevolmente vicino. Praticamente tutti hanno espresso il loro pensiero, hanno salutato il Cavaliere o si sono stretti attorno alla sua famiglia. Perfino chi non l'ha mai stimato in vita gli ha rivolto un pensiero. E vanno annoverati anche tutti i messaggi d'odio, perché tra quelli c'è comunque un sentimento e dove esiste un sentimento c'è un'emozione, che spesso è solo ipercompensazione per dimostrare di andare controcorrente rispetto alla massa.

Si contano probabilmente sulle dita di una mano i personaggi pubblici, di qualsiasi ordine e grado, rango e caratura, che hanno scelto il silenzio davanti alla morte di Silvio Berlusconi che, volenti o nolenti, è stato il personaggio più influente degli ultimi 50 anni. L'uomo che con la sua visione fuori dagli schemi ha rivoluzionato il mondo dei media in Italia e in Europa. Tra quel manipolo di apatici spiccano due nomi: Chiara Ferragni e Federico Lucia, in arte Fedez. Non lo stimavano come politico, questa è cosa nota. Ma in quest'occasione hanno dimostrato tutta la loro bassezza morale e comunicativa, che va oltre follower e guadagni. Soprattutto perché il Cavaliere, quando venne assegnato l'Ambrogino d'oro, si spese per congratularsi, effettuando una videochiamata che i due non solo non rifiutarono, per coerenza con le loro idee, ma condivisero anche sui social, utilizzando Berlusconi per creare interazioni e, quindi, soldi.

Nemmeno Ornella Vanoni, solo per fare un esempio, è allineata con quello che è stato il berlusconismo. Eppure, nel giorno della scomparsa del Cavaliere, ha trovato il modo per esserci: "È morto Berlusconi e mi spiace moltissimo per i figli, perché soffriranno la mancanza del padre". Senza tessere lodi, senza panegirici sul politico e l'imprenditore che è stato, la cantante ha fatto quello che ogni essere umano degno di essere chiamato tale fa: provare un'umana pietas.

I Ferragnez non ne sono stati capaci. Sono ingabbiati in personaggi creati dai follower, si fanno imporre anche i pensieri dai social, in una sorta di dittatura autoimposta solo per il guadagno. Se avessero espresso un pensiero per il Cavaliere probabilmente avrebbero ricevuto critiche e per loro questo è evidentemente più importante della carità dei sentimenti di fronte alla morte. È davanti a episodi come questi che si misura la grandezza, o la piccolezza, umana.

E per quanto riguarda i Ferragnez non servono altre considerazioni.

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