Il canonista Prevost alle prese con il nodo Opus Dei

La prelatura personale attende di capire cosa farà Leone XIV dopo il pugno duro di Francesco. Ma l'udienza immediata fa ben sperare

Il canonista Prevost alle prese con il nodo Opus Dei

Per molti quando si menziona l'Opus Dei si evoca solo potere e mistero. La prelatura personale da anni è al centro di pregiudizi, disinformazione e una certa ostilità. Quelli del pontificato di Francesco sono stati anni difficili per l'Opus e hanno visto una serie di decisione non certo favorevoli. Nel 2017 Bergoglio non volle l’ordinazione episcopale del nuovo prelato, monsignor Fernando Ocáriz e poi finì addirittura per legiferare questa volontà nel motu proprio Ad charisma tuendum del 2022 che impedisce al prelato di diventare vescovo. Francesco poi ha declassato le prelature personali al livello delle associazioni clericali. I vertici hanno sempre obbedito a Roma e non hanno fatto polemiche di fronte al pugno duro di Bergoglio. Ora, con l'inizio del nuovo pontificato, la speranza dei membri della realtà fondata da san Josemaría Escrivá è che la situazione migliori rispetto agli ultimi anni.

Gli statuti

Nell'aprile del 2023 più di 200 appartenenti all'Opus provenienti da tutto il mondo erano giunti a Roma per completare il lavoro e adeguare gli statuti della prelatura alle novità volute nel 2022 da Bergoglio con il motu proprio Ad charisma tuendum. Per i nuovi statuti era stato fatto un lavoro lungo di un anno e la revisione era stata consegnata alla Santa Sede nell'estate del 2023. Nemmeno un mese dopo, però, Francesco aveva assestato l'ennesimo tiro mancino con il provvedimento che declassava le prelature personali assimilandole alle associazioni pubbliche. Bergoglio ha anche cambiato le competenze in Curia, facendo sì che l'interlocutore dei vertici dell'Opus Dei sull'adeguamento degli statuti non è più il dicastero per i vescovi ma quello per il clero. In questo senso, quindi, la strada dell'Opus Dei non si è incrociata con quella di Robert Francis Prevost che dal 2023 era stato nominato a capo del dicastero per i vescovi.

Il Papa canonista

Pochi giorni dopo l'elezione, esattamente lo scorso 14 maggio, Leone XIV ha ricevuto in udienza monsignor Fernando Ocáriz. La velocità dell'incontro è stata già interpretata come un segnale di distensione del nuovo Papa verso la prelatura personale. Prevost ha subito fatto capire di che pasta è fatto, dando prova della sua competenza. Nel resoconto dell'Opus, infatti, è stato riportato che "il Santo Padre, tra le altre cose, ha chiesto informazioni sullo studio attuale degli Statuti della prelatura. Leone XIV ha ascoltato con grande interesse le spiegazioni che gli sono state fornite". Quindi, sebbene Francesco abbia tolto al dicastero da lui guidato la giurisdizione sulla prelatura, Prevost ha studiato il dossier e ha fatto capire al suo interlocutore di essere perfettamente informato su tutto. D'altra parte, l'agostiniano di Chicago può vantare un dottorato in diritto canonico all'Angelicum di Roma. Inoltre, essendo stato a lungo priore dell'ordine di Sant'Agostino, ha una lunga esperienza nel genere di contenziosi con le diocesi che interessano anche l'Opus Dei.

Il Perù

Prevost è stato a lungo missionario in Perù e poi da lì ha iniziato la sua esperienza da vescovo, alla guida della diocesi di Chiclayo dal 2015. Nel Paese latinoamericano è stato fortissimo il radicamento dell'Opus Dei e negli anni di Giovanni Paolo II ci si è affidati a "loro" vescovi per ridurre l'influenza della teologia della liberazione. Non è un caso che il primo cardinale dell'Opus Dei è stato proprio peruviano, il cardinale Juan Luis Cipriani Thorne nominato arcivescovo di Lima (e quindi primate di Perù) nel 1999 da Wojtyła e "pensionato" da Francesco nel 2019. In quello stesso anno Cipriani era stato destinatario di una sanzione disciplinare dall'allora congregazione per la dottrina della fede dopo una segnalazione di un presunto abuso. Il cardinale ha sempre negato la veridicità dell'accusa (e la denuncia penale non è stata presentata dalla presunta vittima) e si è inoltre lamentato per non essere stato ascoltato dalla congregazione. Di questo caso si è parlato anche durante i giorni del pre-conclave per la sua presenza a Roma. La figura di Cipriani è stata centrale nella vita dell'episcopato peruviano degli ultimi decenni, "spaccandolo" tra avversari e sostenitori. Anche qui, però, Prevost ha dimostrato il suo profilo centrista non facendo alcuna dichiarazione nè in un senso nè nell'altro quando era vescovo di Chiclayo. Ora che è Papa toccherà a lui decidere se sull'Opus Dei sia il caso continuare la politica restrittiva di Bergoglio o adottare una linea più conciliante.

Cos'è l'Opus Dei

Soprattutto per chi è estraneo alle dinamiche ecclesiali, non è facile capire lo scopo della missione dell'Opus Dei senza imbattersi nei pregiudizi esistenti su questa realtà che va verso il centenario dalla sua fondazione. Una definizione l'ha data Pippo Corigliano, giornalista che per più di 40 anni è stato responsabile della comunicazione dell'Opus Dei. "L’intento dell’Opera - scriveva Corigliano nel suo libro-testimonianza "Un lavoro soprannaturale. La mia vita nell'Opus Dei" (Edizioni Ares) che sta uscendo in nuova edizione nel primo anniversario della morte dell'autore - è risvegliare nei nostri tempi lo spirito dei primi cristiani.

Questi erano gente comune, toccata da un messaggio straordinario che la rendeva capace di cose altrettanto straordinarie: generosità, dinamismo apostolico, fede operosa, amore reciproco, laboriosità, affidabilità. Una fede operativa insomma".

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