Tumore al polmone e screening fobia: cosa dice l'indagine
22 Novembre 2023 - 17:45Un'indagine ha dimostrato che sono necessarie campagne di informazione chiare e non stigmatizzanti sull'importanza degli screening del carcinoma polmonare
Con 34mila nuovi decessi all'anno, in Italia il tumore al polmone rappresenta la più frequente causa di morte oncologica. Dati alla mano, nel 40% dei casi la malattia viene diagnosticata solo in fase metastatica (stadio IV) con una sopravvivenza a 5 anni inferiore al 10%. Non si deve dimenticare anche l'impatto a livello socioeconomico della patologia. Infatti il 27% dei pazienti interrompe definitivamente la propria attività lavorativa e nel 68% dei casi è necessario il supporto di un caregiver per cure e visite in ospedale.
Questa triste fotografia ci fa capire quanto sia importante anticipare la diagnosi per cambiare in positivo la prognosi e l'evoluzione del tumore al polmone. A tal proposito lo screening è una delle risorse più preziose. Da anni nel nostro Paese sono attivi programmi di prevenzione promossi dal Servizio Sanitario Nazionale e Regionale rivolti alle fasce di popolazione maggiormente a rischio. Diversa è la situazione per il carcinoma polmonare per il quale, come vedremo in questo articolo, sussistono ancora significative barriere.
I sintomi del tumore al polmone
Innanzitutto è bene specificare che esistono due tipologie di tumore al polmone: il cancro a piccole cellule e quello non a piccole cellule. Il primo è tipico dei fumatori e si sviluppa nei bronchi di diametro maggiore. Ha la capacità di metastatizzare in maniera molto rapida. Il secondo, invece, si suddivide in adenocarcinoma, carcinoma spinocellulare e carcinoma a grandi cellule. L'adenocarcinoma, in particolare, è più frequente tra i non fumatori ed è associato alla presenza di cicatrici polmonari.
Il tumore al polmone è subdolo poiché nelle fasi iniziali è asintomatico. La sintomatologia inizia a comparire in una fase più avanzata e ciò spiega il frequente ritardo della diagnosi. Tra le manifestazioni tipiche rientrano la tosse persistente che peggiora nel tempo, il respiro corto e il dolore al petto che si intensifica con i colpi di tosse. Attenzione anche alla raucedine, alla presenza di sangue nel catarro, alla perdita di peso immotivata, alla stanchezza e alla predisposizione a sviluppare bronchiti e polmoniti.
Il tumore al polmone e i fumatori
Il più importante fattore di rischio per il tumore al polmone è il fumo di sigaretta sia attivo che passivo e responsabile, tra l'altro, dell'insorgenza di 8-9 neoplasie su 10. La probabilità di ammalarsi di cancro nei fumatori è 14 volte superiore rispetto ai non fumatori. Tale possibilità sale a ben 20 volte se, giornalmente, vengono consumate più di 20 sigarette.
Un'indagine condotta, ha evidenziato che il 19% degli italiani sono ex-fumatori, mentre il 25% della popolazione fuma. Di questi 7 su 10 convivono con condizioni croniche, principalmente problematiche cardiovascolari, metaboliche e respiratorie. Inoltre il 36% ha un approccio passivo nei confronti della propria salute.
Nonostante ciò, anche tra i forti fumatori c'è una quota non minoritaria (quasi il 50%) che è invece orientata alla prevenzione e alla cura di sé. E il 42% dichiara di sottoporsi a controlli preventivi, anche in assenza di sintomi.
Le barriere dello screening polmonare
Sebbene, dunque, da un lato esista una propensione che spinge i fumatori a pensare concretamente al proprio benessere, dall'altro non bisogna dimenticare che anche tra i soggetti più sensibili emergono significative barriere legate allo screening polmonare. A pesare, in primis, sono quelle di carattere psicologico ed emozionale derivanti dallo stigma esistente sulla malattia e sul fumo. Il tumore al polmone, infatti, è percepito come una forma cancerosa incurabile.
Un'altra limitazione è rappresentata dalla scarsa informazione sui programmi di screening. I partecipanti hanno affermato di non aver ricevuto indicazioni né da parte del proprio medico, né da parte dei media. Si teme, inoltre, che lo screening possa essere invasivo, doloroso e/o inutile.
Non meno importanti sono i limiti legati all'accesso. Gli intervistati hanno espresso preoccupazioni rispetto alle modalità di prenotazione e al rischio che le stesse possano richiedere troppo tempo, oppure essere complesse e costose. Infine è stata registrata una sfiducia nei confronti del Sistema Sanitario, in particolare una sua potenziale incapacità di garantire la giusta periodicità dei controlli, di rendere tempestivo il responso e di supportare attentamente il paziente e la sua famiglia in caso di diagnosi.
Prospettive future
Alla luce della realtà emersa, l'indagine ha identificato alcuni driver che potrebbero favorire lo screening polmonare in Italia. Innanzitutto è fondamentale realizzare una campagna di comunicazione sociale e di informazione caratterizzata da messaggi costruttivi e non stigmatizzanti. Essa non deve concentrarsi solo sui rischi del fumo, ma è altresì opportuno che ponga in risalto i benefici dello screening in termini di diagnosi e trattamento precoci.
Ma non basta. Bisogna agire sulle barriere legate all'accesso e quindi fornire indicazioni chiare e precise sui percorsi e sulle modalità di prenotazione ed effettuazione dell'esame, sulle sue caratteristiche non invasive e sulla sua gratuità. Questa prospettiva è condivisa a trecentosessanta gradi dalla comunità scientifica, dalle associazioni dei pazienti, dalle istituzioni e dall'industria farmaceutica.
Silvia Novello, Professoressa ordinaria di Oncologia Medica dell'Università di Torino e Presidente di WALCE Onlus, ha affermato: «WALCE da più di 15 anni si occupa dei pazienti affetti dal tumore al polmone e conduce campagne di prevenzione primaria per tutte le fasce di popolazione. Sappiamo bene come i messaggi vadano veicolati nel modo giusto. L'obiettivo deve esser quello di garantire sempre un'informazione fruibile e chiara».
Ha così concluso Giulia Veronesi, Direttrice del Programma di Chirurgia Robotica Toracica presso l'IRCCS Ospedale San Raffaele: «Sappiamo che il fumo è una dipendenza e quindi i fumatori devono essere aiutati senza colpevolizzazioni. Nel frattempo, ricorrere a controlli preventivi risulta di cruciale importanza al fine di intercettare eventuali problematiche in tempo.
Il carcinoma polmonare, quando diagnosticato in fase precoce anche grazie allo screening, è infatti curabile con un approccio prevalentemente chirurgico, ma anche farmacologico. I tassi di sopravvivenza a 5 anni si aggirano attorno all'80%».Leggi anche:
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.