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Il telefono di Toti sotto i raggi X dei pm

La caccia a messaggi, video e mail. E la procura vuole risentire l'audio sui presunti "illeciti"

Il telefono di Toti sotto i raggi X dei pm

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La Procura di Genova si prepara a scandagliare il telefono di Giovanni Toti. Mentre il governatore della Liguria attende che sia fissata la data del suo interrogatorio, che tramite il legale ha richiesto già una settimana fa, domani saranno effettuate le copie forensi dei dispositivi del governatore per acquisire messaggi, email e altro materiale utile alle indagini. Si cercano elementi a sostegno dell'accusa di corruzione. Saranno necessari poi i tempi tecnici per esaminare il contenuto del telefono. Del resto un data per l'interrogatorio ancora non c'è e il procuratore capo Nicola Piacente ha già fatto capire che benché per il governatore sia urgente farsi sentire, visto anche lo stallo politico provocato dal terremoto giudiziario ligure, saranno i pm a decidere se e quando. Nel mentre Toti resta ai domiciliari, anche perché, ha precisato il suo legale Stefano Savi, l'istanza di revoca degli arresti verrà presentata al gip solo dopo l'interrogatorio con cui il presidente resta convinto di poter chiarire i fatti.

Quanto al «giallo» dell'errore di trascrizione del verbale di Roberto Spinelli, figlio di Aldo Spinelli - l'imprenditore accusato di aver corrotto il governatore con 74mila euro erogati con bonifici tracciati e dichiarati ai suoi comitati elettorali in cambio di favori - la Procura fa sapere che farà verifiche. Spinelli jr ha dichiarato ai magistrati in quel verbale che «Toti voleva finanziamenti leciti». E invece è stato trascritto «illeciti», tanto che i legali di Spinelli hanno inviato subito una comunicazione al giudice precisando che la parola pronunciata dal loro assistito è «leciti». Un refuso sostanziale. Ma i pm assicurano che già domani riascolteranno il file della registrazione, precisano che comunque, allo stato, fa fede la trascrizione effettuata ma assicurano che in ogni caso la questione non cambia il quadro accusatorio.

Le erogazioni liberali tracciate a favore dei comitati di Toti sono considerate dai pm finanziamenti illeciti perché nasconderebbero un presunto do ut des. Contributi in cambio di favori, a partire dal rinnovo della concessione del Terminal Rinfuse del porto di Genova. Aldo Spinelli interrogato però si inalbera: «Toti si era interessato ma non ha fatto nulla ()». Ai pm che gli contestano che invece avrebbe elargito 40mila euro proprio per lo sblocco del rinnovo della concessione, risponde: «Era tutto regolare, tutto dichiarato, tutto ufficiale». Due giorni fa Giorgio Carozzi, componente del comitato portuale in rappresentanza del Comune, avrebbe confermato ai pm presunte pressioni subite per votare a favore della concessione agli Spinelli. Nei prossimi giorni dovrebbe essere sentito anche Andrea La Mattina, che rappresentava la Regione, inizialmente contrario alla proroga trentennale e che poi votò a favore. E potrebbe essere convocato anche il sindaco di Genova Marco Bucci.

Al momento in Procura o al gip non sono arrivate richieste da parte dei legali di Aldo Spinelli di un accertamento sulle sue condizioni psicofisiche, perché la stessa difesa sta lavorando a una propria consulenza.

I pm stanno verificando se in passato per il patron del gruppo della logistica portuale fosse stato richiesto dai familiari un amministratore di sostegno, ipotesi di cui ha parlato il figlio Roberto nell'interrogatorio.

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