"Il diritto alla dignità vale per tutti". La lezione di Mattarella su Gaza

Il presidente della Repubblica a La Sapienza ha risposto agli studenti che chiedevano una sua presa di posizione sulla guerra a Gaza, ricordando loro che le collaborazioni delle università sono fondamentali per la libertà

"Il diritto alla dignità vale per tutti". La lezione di Mattarella su Gaza
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Sergio Mattarella questo pomeriggio si è recato all'università La Sapienza di Roma per la cerimonia "Giornata del laureato". L'università romana è una di quelle in cui, da qualche giorno, sono state piantate le tende degli studenti che protestano per la Palestina, che pretendono dalle università azioni di boicottaggio contro Israele. Come da protocollo, il presidente della Repubblica è salito al Rettorato, messo del mirino degli studenti-attivisti che non accettano l'indipendenza ideologica del loro ateneo e accusano la rettrice di non essersi schierata apertamente e pubblicamente contro la Palestina. All'arrivo di Mattarella, i collettivi hanno cercato di attirare la sua attenzione urlando slogan come "Palestina libera" e accendendo dei fumogeni.

Gli studenti hanno anche lanciato all'indirizzo del corteo presidenziale decine di aeroplanini di carta, fatti con la lettera che è stata letta poco prima, in cui chiedono un confronto con il Capo dello Stato. L'hanno invitato a unirsi a loro all'accampamento cosa che, per ragioni di sicurezza, il presidente della Repubblica non ha fatto. "Una lettera pubblicata ieri mi chiede di non rinchiudermi in quella che viene definita torre d'avorio del rettorato. Un cartello mi chiede cosa ne penso di quel che succede in Medio Oriente e io intendo rispondere", ha dichiarato Mattarella durante la cerimonia. Il Presidente ha poi citato il discorso tenuto all'Onu e ha ribadito il ripudio verso "ogni violazione dei diritti umani" e ha auspicato "il dialogo" in ogni ambito, anche accademico, ribadendo il "cessate il fuoco" che ha chiesto otto giorni fa, intervenendo all'Assemblea generale delle Nazioni unite, a New York, e con una lettera inviata per la Festa della Repubblica di Israele.

"Per la nostra Repubblica tutte le violazioni dei diritti umani vanno denunciate e contrastate: tutte, ovunque, sempre", ha detto Mattarella. Ma il Presidente ha anche lanciato un monito agli studenti che chiedono l'interruzione di tutte le collaborazioni con Israele e con le società tecnologiche per il rischio "dual-use" delle innovazioni: "Il potere, quello peggiore, desidera che le università del proprio Paese siano isolate, senza collaborazione con atenei di altri Paesi, perché questo consente ai peggiori poteri di controllare le università, di comprimerne il valore culturale, la cultura ed impedire il suo grido e la sua spinta di libertà". Una risposta indiretta agli studenti, che non hanno ancora replicato.

Ma non solo, perché il capo dello Stato ha ribadito come la condanna delle violazioni valga per tutti: "La condizione e la questione della pace in Medio Oriente, del diritto all'esistenza in sicurezza di Israele, dei diritti del popolo palestinese, e tra questi diritti quello di avere uno Stato in cui riconoscersi, è una questione che la comunità internazionale avverte con grande preoccupazione e non da oggi". E Mattarella ci ha anche tenuto a ricordare agli studenti che "l'assassinio di tante persone inermi ad opera di Hamas ha innescato una spirale di spaventosa violenza". La Costituzione italiana aspira al rispetto della dignità universale dell'essere umano, in tutte le direzioni.

"Vale per le popolazioni civili, tra cui bambini, anziani, come per Gaza, come per il popolo palestinese, con migliaia di vittime, con molti orfani, con un gran numero di persone senza casa", ha detto il Presidente, ma vale anche "per i ragazzi e le ragazze uccise e stuprate mentre ascoltavano musica in un rave il 7 ottobre dell'anno passato in Israele. Vale pensando anche ai bambini sgozzati in quel giorno".

Vale per tutte le violazioni che si consumano nel mondo, perché "la dignità umana, la rivendicazione della libertà, la condanna della sopraffazione, il rifiuto della brutale violenza non cambiano valore a seconda dei territori, a seconda dei confini tra gli Stati".

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