Cronaca locale

Agente fuori dalla terapia intensiva: scherza coi medici

Il poliziotto accoltellato non è più in pericolo di vita. La chirurga che l'ha operato: «Non vede l'ora di tornare al lavoro»

Agente fuori dalla terapia intensiva: scherza coi medici

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Christian Di Martino, il vice ispettore di polizia di 35 anni accoltellato alla stazione di Lambrate la notte fra l'8 e il 9 maggio, «oggi sta bene. È molto reattivo ed è in grado di interagire anche in maniera spigliata e simpatica con chi lo assiste quotidianamente, di buonumore ed estremamente desideroso di tornare presto al lavoro». Sono le parole di Stefania Cimbanassi, responsabile della Chirurgia generale dell'ospedale Niguarda. La chirurga fa parte dell'equipe che ha operato Di Martino che ieri è uscito dalla Terapia intensiva e proseguirà la degenza nel reparto «Trauma team». Per le dimissioni «ci vorrà ancora qualche giorno - ha evidenziato la specialista - Non possiamo prevedere ora la data delle dimissioni». Di Martino è stato circondato dall'affetto di tutti i suoi colleghi, in 70 si erano precipitati a donare il sangue martedì quando la Questura aveva lanciato l'appello. Il prossimo step è volto al recupero delle forze, «si comincia curando l'alimentazione - ha aggiunto Cimbanassi - Quando Christin Di Martino avrà più energia sarà anche autonomo e pronto per il rientro a casa». L'intervento era durato più di 5 ore («un'operazione concitata eseguita in emergenza per la gravità delle ferite» così l'hanno descritta l'intensivista Roberto Fumagalli e Stefania Cimbanassi) e aveva richiesto «50 trasfusioni di sangue più una quarantina di plasma e una decina di altri emoderivati» ha calcolato Fumagalli, direttore del Dipartimento di emergenza, riconoscendo che si è trattato di una «quantità molto importante per un intervento estremamente delicato» e che è stato fondamentale «l'aiuto del Centro trasfusionale che ci ha permesso di superare la fase acuta»: sembra un miracolo, eppure già ieri Di Martino parlava e scherzava. A suggellare l'uscita dalla Terapia intensiva ci sono state anche le visite ufficiali del prefetto Claudio Sgaraglia e del questore Giuseppe Petronzi. Un miracolo, sì. C'è stato un momento in cui l'equipe ha temuto il peggio, che il poliziotto non riuscisse a superare i traumi. «Le sue ferite comportano un elevato rischio - hanno ammesso i medici - Abbiamo temuto sia in fase intraoperatoria che in quella successiva.

Di Martino aveva perso molto sangue e poi anche le trasfusioni comportano dei rischi». La parte più difficile? «La correzione della lesione alla vena cava, che era la più a rischio per la sopravvivenza». Nel post-operatorio la situazione si è stabilizzata. «Così abbiamo incominciato a ben sperare».

GLoc

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