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Mef, via alla cessione del 2,8% di Eni

L'obiettivo è promuovere il collocamento delle azioni presso investitori qualificati in Italia e investitori istituzionali esteri

Mef, via alla cessione del 2,8% di Eni

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Il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha comunicato di aver dato il via a una procedura accelerata di raccolta ordini per la cessione di 91.965.735 azioni ordinarie di Eni che corrispondono a circa il 2,8% del capitale sociale della società. Ecco tutti gli aggiornamenti.

L’operazione

In quanto all’operazione questa di svolgerà tramite un consorzio di banche che includono Goldman Sachs International, Jefferies e Ubs Europe SE in qualità di Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners. L’obiettivo è quello di promuovere il collocamento delle azioni nei confronti di investitori qualificati in Italia e investitori istituzionali esteri. Il Ministero dell'Economia e Finanze possiede direttamente una quota del 4,797% del gruppo Eni la quale scende sotto il 2%. Il controllo pubblico viene assicurato da Cassa Depositi Prestiti dove la maggioranza fa capo allo stesso Mef con una quota di minoranza delle fondazioni bancarie che detiene il 28,503%. Considerando i valori attuali di Borsa, ovvero 15,11 euro la chiusura a Milano, la quota ceduta dal Mef vale poco meno di 1,4 miliardi di euro.

I termini dell’operazione

In quanto ai termini finali dell'operazione questi verranno comunicati quando finirà il collocamento delle azioni presso investitori qualificati in Italia e investitori istituzionali esteri. Il ministero dell’Economia e delle Finanze ha preso l’impegno con i Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners a non vendere per 90 giorni sul mercato altre azioni della società Eni S.p.A. Questa misura viene applicata come da prassi di mercato. I termini finali dell'operazione verranno comunicati quando finirà il collocamento.

La privatizzazione

Nel gennaio del 2024 erano circolate alcune indiscrezioni in merito alla cessione della partecipazione. Il sottosegretario al Mef Federico Freni, ha specificato che "non c'è nessuna fretta di privatizzare ma che si privatizzerà bene, nei tempi giusti, nei momenti giusti".

Verrà comunque rispettato l'obiettivo del Def di autunno 2023 il quale prevede che per il prossimo triennio verranno effettuate cessioni pari all'1% del Pil, si tratta di un valore che ammonta a circa 20 miliardi di euro.

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