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Bonus Tari, caratteristiche e requisiti Isee per accedere: cosa c'è da sapere

Non esistendo ancora una normativa comune a livello nazionale, sono gli Enti locali a stabilire in modo autonomo eventuali agevolazioni

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Anche nel 2024 alcuni contribuenti italiani potranno beneficiare di un'agevolazione che consentirà loro di tagliare i costi in genere previsti per la raccolta e lo smaltimanto dei rifiuti: il cosiddetto "bonus Tari", pertanto, si rinnova, ovviamente in presenza di determinati requisiti di reddito da parte dei potenziali beneficiari, pur non essendo stato ancora stabilito un regolamento di carattere nazionale.

Il beneficio è stato introdotto per la prima volta nel corso del 2020, quindi in pieno periodo Covid, ma nonostante il fatto che in più di una circostanza sia emerso il problema e ci fosse una scadenza già fissata per risolverlo stabilendo una volta per tutti criteri e requisiti per accedervi, non si è mai provveduto a mettere nero su bianco una normativa a livello generale.

Nel 2020 fu presentato per la prima volta un corpo di regole che prevedeva specifici bonus per limitare l'impatto delle tariffe Tari sulle famiglie che si trovavano in condizioni di precarietà e di difficoltà economiche. Tramite il dl n.124/2019 - comma 2 dell'articolo 57-bis, Arera era stata incaricata di stabilire specifici criteri per garantire agli indigenti di beneficiare di tariffe agevolate per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.

Ebbene, quell'incentivo venne a configurarsi in modo simile a quanto già previsto per limitare l'impatto delle bollette di luce, gas e acqua. Prendendo come riferimento l'anno in corso, si fa riferimento a quei nuclei familiari con Isee inferiore ai 9.530 euro oppure fino a 20mila euro ma solo nel caso in cui all'interno della famiglia vi siano almeno 4 figli a carico.

Come detto, anche se i requisiti paiono piuttosto chiari e semplici, manca un'attuazione a livello nazionale del bonus Tari, che richiederebbe l'emanazione di uno specifico Dpcm su proposta dei dicasteri di Lavoro, Ambiente ed Economia: il decreto, tuttavia, non è stato ancora definito, nonostante la scadenza originariamente fissata al 23 aprle 2020. Mancando un corpus di norme generale, quindi, sono i Comuni a stabilire singolarmente e in modo autonomo le norme per consentire ai propri cittadini di beneficiare di eventuali agevolazioni tariffarie. Il primo risultato di una situazione del genere è quello di una netta frammentazione.

Basti pensare, ad esempio, che a Roma i termini per accedere all'incentivo per il 2024 sono già scaduti a fine febbraio, così come quelli per rinnovare l'Isee per coloro che già beneficiano del bonus. Nel caso della Capitale, comunque, la misura si caratterizza come esenzione totale dal pagamento, ma è limitata ai nuclei con una soglia molto bassa (inferiore a 6.500 euro).

A Milano, invece, le agevolazioi riguardano nullatenenti, titolari di redditi molto bassi o di pensioni minime che vengono assistiti dal Comune.

A Pisa, invece, per sottolineare ancora una volta la discrezionalità degli enti locali sulla normativa, il beneficio viene rifondato in un secondo momento sulla base di quanto già versato dal contribuente. La speranza per tutti è che si arrivi il prima possibile a un corpus di norme su scala nazionale.

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