Guerra in Ucraina

Mosca, purghe e veleni: in manette un vice ministro. Altri droni sulle raffinerie

Ivanov accusato di corruzione, spunta l'ipotesi di alto tradimento. Altri due depositi colpiti dalle forze di Kiev. Accordo Russia-Ucraina su uno scambio di bambini

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Forse il vento non sta (ancora) cambiando, ma sicuramente il clima dalle parti del Cremlino inizia a farsi più teso. Arresti tra le fila dello stato maggiore, polemiche interne, aperture sullo scambio di prigionieri. Continuano gli attacchi missilistici sulle città, sia chiaro, com'è chiaro che questi segnali non rappresentano, per ora, una svolta verso una soluzione del conflitto. Ma sono appunto segnali. Che non arrivano per caso ma subito dopo lo sblocco dei 60 miliardi di aiuti dagli Stati Uniti a Kiev.

Il nervosismo russo si palesa con le dichiarazioni del portavoce di Putin Dmitry Peskov che riguardo l'arrivo degli aiuti americani per l'Ucraina, attacca: «Ulteriori spedizioni di armi, che devono essere già state preparate, non possono cambiare la dinamica al fronte, la situazione non cambierà», ha detto, senza nascondere però l'irritazione e la preoccupazione di Mosca. Anche perché gli ultimi eventi extracampo, raccontano di crescenti tensioni. Compatti nel seguire la linea di Putin (anche per non fare la fine di Prigozhin) ma non proprio tutti. Il viceministro della Difesa Timur Ivanov, braccio destro del potentissimo Shoigu, è stato infatti arrestato. Secondo le accuse, è sospettato di aver accettato una tangente «particolarmente elevata», un reato che in Russia viene punito con il carcere fino a 15 anni. Ieri il tribunale di Mosca ha deciso il suo arresto come «misura preventiva» per un periodo di 2 mesi. Ma il media indipendente russo iStories, citando fonti dei servizi segreti, dice che la motivazione della tangente è solo una scusa per il pubblico mentre l'accusa reale sarebbe di tradimento. «È un grande scandalo, tutti lo sapevano da molto tempo. Putin ha dato l'ordine dopo essersi convinto che si trattava proprio di tradimento». Ivanov, 48 anni, da 8 è viceministro e prima è stato vicegovernatore della regione di Mosca. Tra le altre cose è stato responsabile degli edifici e delle strutture per le truppe e ha supervisionato il progetto di ricostruzione di Mariupol. Ivanov è diventato nel tempo uno degli uomini più ricchi nelle strutture di sicurezza russe e la Fondazione anti-corruzione di Navalny nel 2022 lo aveva accusato di essere al centro di un grosso caso di corruzione. E a proposto di Navalny, il patriarca ortodosso Kirill, ha sospeso per tre anni il sacerdote Dmitrij Safronov, che alla fine di marzo ha tenuto una cerimonia commemorativa sulla sua tomba.

La buona notizia di giornata riguarda l'accordo per lo scambio di 48 bambini, 29 che torneranno in Ucraina e 19 in Russia, dopo un summit avvenuto in Qatar tra delegazioni dei due Paesi. Un raggio di luce in un contesta che rimane molto fosco. La notte scorsa le forze russe hanno colpito per l'ennesimo volta la città di Kharkiv con almeno due missili S-300. Danneggiati due edifici civili con sei persone che sono rimaste ferite. La seconda città ucraina è da giorni nel mirino, con i russi che puntano a isolarla e renderla invivibile. Di contro, i servizi speciali ucraini hanno attaccato con i droni due depositi petroliferi nella regione russa di Smolensk, dove erano custoditi 26mila metri cubi di carburante. I due impianti hanno preso fuoco dopo essere esplosi. L'obiettivo dichiarato è colpire e rendere inutilizzabili le infrastrutture che forniscono carburante all'esercito russo in Ucraina.

Una forma di resistenza, in attesa dell'arrivo degli aiuti americani e con la speranza che il vento possa cambiare davvero.

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