Open Arms, adesso i pm vogliono chiamare la Merkel e Borrell come testimoni

Nelle prossime udienze potrebbero presentarsi a Palermo anche Angela Merkel e Josep Borrell, chiamati a testimoniare nel proceso Open Arms

Open Arms, adesso i pm vogliono chiamare la Merkel e Borrell come testimoni
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Colpo di scena nel processo Open Arms, del quale oggi si sta celebrando l'ennesima udienza a Palermo. Tra i testimoni che potrebbero essere chiamati a deporre prossimamente ci sono l'ex cancelliere tedesco, Angela Merkel, e l'ex ministro degli Esteri spagnolo, Josep Borrell. Lo ha reso noto oggi in aula il pm Gery Ferrara ma la richiesta non è stata ancora formalizzata ed è probabile che questo venga fatto nella prossima udienza che è stata programmata il 14 giugno nell'aula del carcere Pagliarelli. Sarà questa, d'ora in poi, la sede del processo. Dal 12 luglio, invece, potrebbe iniziare la discussione dell'accusa, mentre dopo l'estate (il 20 settembre) toccherà alle parti civili. L'unico indagato di questo processo è l'attuale ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, che al tempo dei fatti contestati ricopriva l'incarico di ministro degli Interni.

L'ex ministro spagnolo, che oggi ricopre la carica di Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, è stato menzionato nel corso dell'udienza di oggi dall'ex ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi. "Durante il periodo della vicenda Open Arms, tra la metà di agosto e il 20 agosto, ho avuto svariate telefonate con il ministro degli Esteri spagnolo. Venivano fatte dal ministro spagnolo per cercare di trovare una soluzione a una vicenda che aveva connotati drammatici", ha detto quest'oggi in aula Moavero Milanesi. Che poi ha aggiunto: "Dal punto di vista spagnolo non c'era dubbio che non esistesse alcuna responsabilità della Spagna in quanto stato di bandiera della nave, una lettura possibile perché le convenzioni non hanno una lettura univoca".

Nelo specifico del caso, quindi, l'ex ministro degli Esteri ha aggiunto che "nell'agosto del 2019 il ruolo preponderante per la redistribuzione dei migranti è stato assunto dalla Presidenza del Consiglio, nel senso che come ministero degli Esteri eravamo a disposizione, ma i contatti con gli Stati per la redistribuzione delle persone a bordo delle navi erano presi dalla Presidenza del Consiglio". Il ministro Salvini è imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio, con l'accusa di aver impedito per giorni, nell'agosto del 2019, lo sbarco di 147 migranti recuperati dalla nave dell'ong spagnola Open Arms.

Il leader della Lega quest'oggi non era presente in aula e nei giorni scorsi ha spiegato che "preferisco essere altrove quel giorno, con fiducia nel fatto che ci saranno magistrati che eserciteranno la propria professione al di là della simpatia nei miei confronti".

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