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Stellantis si mette a fare la concessionaria Ue della cinese Leapmotor

Accordo per vendere le auto del gruppo asiatico. Tavares: "La concorrenza è con altri brand cinesi, non con i nostri"

Stellantis venderà auto made in China

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Carlos Tavares, ad di Stellantis, spalanca le porte del mercato europeo al «nemico» cinese. È vero che Stellantis possiede circa il 20% di Leapmotor, costato 1,5 miliardi, e che nella joint venture detiene il 51%, ma la decisione di rafforzare l’offerta elettrica con auto a prezzi competitivi, in arrivo da Pechino, potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio. C’è l’aspetto della credibilità, visto che più volte Tavares ha minacciato ritorsioni in Italia nel caso il governo facesse entrare nel Paese un produttore di veicoli cinese. Non ci è ancora riuscito il ministro Adolfo Urso, nonostante i tanti contatti aperti, al contrario lo ha fatto lo stesso Tavares che si era detto pronto a innalzare le barricate. E poi c’è il rischio di cannibalizzazione nel caso i modelli di Leapmotor risultassero più appetibili, soprattutto nei listini, dei pari segmento ormai della stessa famiglia.

«Al momento - ricorda Tavares - l’accordo con Leapmotor non prevede condivisione di tecnologia, ma la vendita dei loro modelli fuori dal Paese asiatico. Scopo dell’intesa è generare valore per entrambi» ma senza fare concorrenza ai modelli Stellantis: «La concorrenza sarà con altri modelli cinesi». Le prime vetture arriveranno in Europa a settembre (subito in Francia, Italia e Germania) e saranno disponibili in 200 punti vendita che saliranno a 500 entro il 2026. Grazie a Stellantis, il mercato di Leapmotor sarà via via sempre più esteso, a eccezione degli Usa. Resta da vedere cosa accadrà in caso innalzamento dei dazi, come sembra essere per Ue e anche Brasile.

Per il primo contatto diretto di Leapmotor con l’Europa sono stati selezionati i modelli T03 e C10, con almeno una novità l’anno per il prossimo triennio. La T03 è una vettura compatta elettrica del segmento A, per l’uso urbano, con un’autonomia di 265 km e uno spazio interno comparabile a quello di un’utilitaria. È descritta come elegante e piacevooe da guidare. Inoltre, si è classificata prima nell’«Initial Quality Study» di JD Power tra le city-car elettriche. La C10, primo prodotto globale del marchio, invece, è un Suv elettrico con dimensioni da segmento D, progettato per la famiglia, dotazione premium, autonomia di 420 km e 5 stelle E-Ncap sulla sicurezza. A chi possono creare problemi in casa Stellantis?

La T03, che ricorda molto la Fiat Panda, proprio a questo modello la cui versione elettrica, prodotta in Serbia, sarà presentata in luglio. E se la «cinesina» dovrebbe costare meno di 20mila euro, per la rivale serbo-italiana faranno di tutto per renderla concorrenziale nella versione base. Ma anche la 500 elettrica di Mirafiori, nel momento in cui si guarda alla convenienza, deve essere pronta a difendersi. Il Suv C10, invece, potrebbe insidiare l’elettrico Peugeot e-3008 (oltre 41mila euro). Per il «cinesone» il prezzo a Pechino è tra 16 e 21mila euro, ma in Europa con tutti gli adattamenti previsti salirà.

Sul patto Stellantis-Leapmotor è intervenuto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Urso: «Mi auguro che abbiano tenuto conto di quale sarà la prossima politica che tende a tutelare la produzione nazionale, come mi auguro ci siano investimenti in Italia». E Giancarlo Giorgetti (Economia e Finanze) dal Dealer Day di Verona: «Dobbiamo difenderci dalla concorrenza di chi arriva fuori dal mercaro europeo».

Stellantis, intanto, è in procinto di investire in una fonderia di nichel situata in Indonesia, mossa che guarda ai piani di espansione nell’elettrico. Le trattative sono con l’indonesiana Vale e la cinese Huayou Cobalt.

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