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Lavori in casa? Occhio a questo documento, se manca possono arrivare multe fino a 5mila euro

L'attestazione di congruità della manodopera, obbligatoria per legge, consente inoltre al contribuente di beneficiare di alcune detrazioni fiscali

Lavori in casa? Occhio a questo documento, se manca possono arrivare multe fino a 5mila euro

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Sia in caso di cantieri pubblici che privati è necessario produrre un documento cha attesti la congruità della manodopera: tale certificazione, in sostanza, stima l’importo minimo che ci si attende di spendere per effettuare dei lavori, ovviamente solo per quanto concerne il costo della manodopera. L'obiettivo di questo sistema è quello di prevenire l'utilizzo nei cantieri di manodopera irregolare e di colpire il fenomeno del lavoro sommerso.

L'adempimento, che da un lato consente di garantire la regolarità dei rapporti lavorativi e la sicurezza degli operai, dall'altro permette al contribuente di beneficiare delle detrazioni fiscali previste sul costo degli interventi effettuati. Finora, tuttavia, non era prevista dalla legge alcuna sanzione per chi non si mettesse in regola in tal senso, ad eccezione dei cantieri pubblici con costi superiori a 150mila euro e dei cantieri privati oltre i 500mila euro. Il tetto oltre il quale partono le multe nei casi in cui manca tale documentazione sta per essere ridotto, secondo quanto previsto dal cosiddetto Decreto 1° maggio.

Ma cos'è esattamente l'attestazione di congruità della manodopera? Come anticipato si tratta di uno specifico documento in cui si accerta che il peso della manodopera nel costo finale dei lavori sia proporzionato rispetto agli interventi da effettuare nel cantiere. Per farlo si tiene conto dei dati derivanti da una tabella in cui sono riportati gli "indici minimi di congruità" riferiti alle varie categorie di operai e sanciti dagli "accordi collettivi" della categoria e le informazioni essenziali dichiarate dall’impresa alla Cassa Edile, ovvero il valore complessivo dell’opera, il valore dei lavori edili previsti per la realizzazione della stessa, la committenza e le eventuali imprese subappaltatrici e sub-affidatarie.

Il Decreto 1° maggio sancisce che in caso di mancata attestazione di congruità rischiano di incappare in una sanzione sia i cantieri pubblici che quelli privati il cui valore complessivo supera i 70mila euro: il che significa, in sostanza, che la maggior parte dei cantieri aperti dovrà munirsi della certificazione. Il regime sanzionatorio introdotto varia a seconda del valore degli appalti: riferendosi ai cantieri privati, si rischiano sanzioni amministrative da 1000 fino a 5mila euro.

Di certo si tratta di un costo in più per le famiglie, oltre che di un nuovo impegno, ma è anche vero che per gli interventi superiori a 70mila euro ci si rivolge preticamente sempre a un professionista del settore, che in genere ha già una certa competenza anche per quanto concerne gli adempimenti burocratici da rispettare per rendere regolare il proprio cantiere. Anche per il contribuente, comunque, è fondamentale munirsi di tale attestazione, dato che grazie ad essa si può usufruire dei previsti sgravi fiscali sugli interventi effettuati.

Per i lavori minori di edilizia libera, invece, è difficile raggiungere la cifra di 70mila euro, per cui in quel caso si può star tranquilli e al riparo dalla paura di incorrere in sanzioni.

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