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Meloni e Schlein "rubano" voti ai piccoli partiti | Il sondaggio

La premier e il governo continuano a cavalcare il loro trend positivo. E il presidente della Repubblica guarda tutti i leader dall'alto

Meloni e Schlein "rubano" voti ai piccoli partiti | Il sondaggio

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Meloni e Schlein calamitano i due poli

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Le elezioni europee si avvicinano a grandi passi (distano da noi poco più di tre settimane) e il nostro controllo settimanale dell'Opinione Pubblica «gira» intorno ad analoghi numeri e ad analoghi problemi: guerra e pace, alti e bassi sociali, un incidente mortale (i cinque operai morti di Casteldaccia) e qualche immancabile ammanco nell'amministrazione dello Stato e nelle Regioni più produttive (in questa settimana la gogna è toccata alla Liguria).

In un certo senso gli eventi della settimana confermano pressoché costantemente quanto raccontava Confucio 25 secoli fa sulla storia della sua Cina: capi di Stato che si sposano o che si fidanzano o che fanno feste per la nascita dei figli e poi qualche inondazione, qualche terremoto o il ricordo di una splendida primavera o di una favolosa estate.

Passando poi ai nomi dei potenti, tutto si conferma «normale».

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha un momento di arresto, ma è sempre a guardare dall'alto la folla dei potenti che lo circonda.

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il governo da lei diretto continuano a percorrere il loro trend positivo che nei primi anni di governo sembra il contrario, in termini di andamento, di tutti i governi precedenti, cioè inarrestabile nella crescita d'immagine.

Sondaggio Piepoli

Questa settimana, a differenza del solito, ci siamo soffermati su un tasto dell'opinione che noi abbiamo rilevato poche volte perché immancabilmente suona storto rispetto alla realtà: la «fiducia ministri» in carica. E come di consueto il suono della «fiducia ministri» ha dato un rimbombo confusivo. Come si può vedere la distanza in termini di fiducia tra i vari ministri risuona senza una distintiva vitalità.

Ho conosciuto molti ministri negli oltre 60 ministeri che si sono succeduti al governo dopo il 1945, anno della Liberazione, e ho riscontrato:

- punteggi sempre probabilmente inferiori al loro impegno personale;

- mancanza di informazioni da parte degli italiani sul loro operato;

- scarsa importanza data da parte degli italiani ai compiti loro affidati;

- tendenziale discesa del «trend di fiducia» durante il tempo di gestione del loro incarico (spesso breve in quanto connesso con la brevità normale dei rispettivi governi).

In definitiva, l'opinione pubblica italiana tende a non prendere molto in considerazione l'operato dei suoi ministri.

Per questa serie di ragioni penso di comunicare la «fiducia ministri» per puro dovere statistico. E chiedo loro scusa per non essere del tutto considerati, dall'opinione pubblica italiana, i «civil servants» che dedicano allo Stato tutto il tempo della loro vita e oltre.

E infine: le «intenzioni di voto» per le Europee dimostrano una vera e propria continuità nel pensiero degli italiani, in particolare nelle forze di massa storicamente inserite. Più in dettaglio, Fratelli d'Italia raduna ulteriori energie marginali in funzione del messaggio «vota Giorgia» e il Pd tende ad aggregare forze storicamente emigrate verso partiti marginali della Sinistra.

Nota del sondaggio

Sondaggio realizzato da Istituto Piepoli s.r.l..

L'indagine è stata condotta con tecnica mista CATI/CAMI/CAWI su un campione di 500 individui maggiorenni residenti in Italia stratificato per genere, età, GRG e ampiezza centri. L'indagine è stata realizzata dal 13 al 15 MAGGIO 2024. Il documento informativo completo del sondaggio sarà disponibile su www.sondaggipoliticoelettorali.it

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