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Imperdonabile la sfuriata in Coppa Italia: Allegri esonerato dalla Juventus

Il tecnico livornese lascia la Juve prima della fine del campionato. Fatale l'ultima sfuriata all'Olimpico dopo la vittoria in Coppa Italia

Imperdonabile la sfuriata in Coppa Italia: Allegri esonerato dalla Juventus

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Fatale la sfuriata in Coppa Italia: Allegri esonerato dalla Juventus

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Ora è ufficiale: la Juventus ha esonerato Massimiliano Allegri, a due giornate dalla fine del campionato. L'ormai ex tecnico era stato convocato alla Continassa nel primo pomeriggio, insieme a lui anche il ds Cristiano Giuntoli. Il club ha comunicato la decisione al tecnico, prima di affidare la comunicazione a una nota ufficiale.

Nella nota la società comunica "di avere sollevato Massimiliano Allegri dall'incarico di allenatore della Prima Squadra maschile. L'esonero - sottolinea la società -fa seguito a taluni comportamenti tenuti durante e dopo la finale di Coppa Italia che la società ha ritenuto non compatibili con i valori della Juventus e con il comportamento che deve tenere chi la rappresenta. Si conclude un periodo di collaborazione, iniziato nel 2014, ripartito nel 2021 e terminato dopo le ultime 3 stagioni insieme con la Finale di Coppa Italia. La società augura a Massimiliano Allegri buona fortuna per i suoi progetti futuri".

La decisione della Juve è arrivata dopo una profonda riflessione che ha coinvolto anche il comparto legale. Chiaramente alla società non sono andati giù i comportamenti del tecnico nella notte dell'Olimpico nei confronti dei dirigenti ( il ds Giuntoli) e di organi di stampa, il direttore di Tuttosport, Guido Vaciago. Allegri avrebbe dovuto affrontare nel prossimo turno di Serie A il Bologna di Thiago Motta, designato come suo erede sulla panchina bianconera da giugno. Poi, all’ultima giornata, il Monza, in quella che sarebbe dovuta essere l’occasione per l’ultimo saluto ai tifosi bianconeri all’Allianz Stadium.

In attesa dell'arrivo di Thiago Motta a giugno, sarà Paolo Montero a guidare Danilo e compagni negli ultimi due appuntamenti stagionali contro Bologna e Monza. Insieme ad Allegri, anche il suo staff è stato esonerato in toto. Alla Continassa restano solo Magnanelli e Padoin, che dirigeranno l'allenamento di sabato in attesa dell'arrivo di Montero. L'ex difensore, adesso insieme alla Primavera in quel di Frosinone (l'Under 19 giocherà sabato mattina alle 11 in Ciociaria), sconterà il turno di squalifica imposto dal Giudice Sportivo per poi guidare la prima squadra a partire da lunedì sera al Dall'Ara.

I veri motivi dell'addio

La notte dell'Olimpico ha messo soltanto messo la parole fine ad un matrimonio già concluso da tempo. Dopo la conquista della Coppa Italia sono soltanto emerse le tensioni accumulate da Allegri nell'ultimo anno e mezzo.

"Per fortuna tra poco questa situazione sarà conclusa" avrebbe confidato il tecnico alle persone a lui più vicine. Tutto nasce dalla stagione scorsa, contraddistinta dalla penalizzazione per l'inchiesta Prisma e l'azzeramento dei vertici societari. Una situazione che ha fatto diventare Allegri, come l'unico punto di riferimento per squadra e tifosi. "Un miracolo concludere la stagione con quella classifica" la convinzione dell'ormai ex tecnico bianconero.

E proprio per questo motivo l'allenatore toscano si aspettava un maggior peso nella scelta del nuovo ds: avrebbe voluto la promozione di Giovanni Manna (che ora andrà al Napoli) dall'Under 23. E invece, senza più Andrea Agnelli (suo grande sostenitore) al timone del club, è arrivato Cristiano Giuntoli con cui non ha mai trovato il giusto feeling. Un esempio? Il mercato di gennaio: per continuare a tenere il passo scudetto dell'Inter, Allegri chiede un centrocampista d'esperienza come Bonaventura o Pereyra mentre Giuntoli sceglie Alcaraz, che non a caso ha trovato pochissimo spazio in campo.

In più secondo il Corriere della Sera a febbraio, poco dopo lo scontro diretto perso con l'Inter, Giuntoli incontra Thiago Motta dimostrando che la società aveva già scelto di cambiare allenatore. Allegri lo intuisce ma, in privato, il ds non glielo conferma mai. Una mancanza di rispetto, secondo l'allenatore: la società avrebbe dovuto comunicarlo a lui come alla squadra.

Per questo Max ritiene di aver allenato per l'intero girone di ritorno delegittimato di fronte allo spogliatoio: "Quest'anno sono stato io il parafulmine, vedremo chi lo sarà la prossima stagione" l'ultimo pensiero prima dell'addio.

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