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Il Festival riparte a Conti fatti. Sarà un Sanremo da Carlo

Il presentatore farà "da ponte" per il dopo Amadeus. E il suo quarto Ariston riserverà sorprese. Magari Vasco...

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A Conti fatti, farà poker. Non c'è ancora l'ufficialità ma sarà Carlo Conti a condurre l'edizione 2025 del Festival di Sanremo. E lo farà in solitudine, nel senso che sarà lui il presentatore «in testa al cartellone», quindi sono escluse coconduzioni come quella con Alessandro Cattelan di cui si è parlato molto in queste settimane di indiscrezioni. Come ha spiegato l'Ad della Rai Roberto Sergio nei giorni scorsi, «bisogna valorizzare le risorse Rai». E senza dubbio, dopo l'uscita di Amadeus e Fazio e la pausa di Fiorello, in questo momento Carlo Conti è uno dei tesori più grandi della Rai, non soltanto perché è amato dal pubblico ma soprattutto perché conosce bene la macchina del Festival e ha sempre avuto buoni rapporti con artisti e discografici.

Insomma sarà lui l'«uomo ponte» tra l'era Amadeus e il futuro, che potrebbe avere il volto di Cattelan oppure, finalmente, di una donna. Dopo dieci anni dalla sua prima volta, sarà Carlo Conti il conduttore e direttore artistico del Sanremo numero 75, cifra simbolica che porterà con sé molte inevitabili sorprese. A quanto pare, il «conduttore del poker» sarebbe già al lavoro per dettare le linee guida del suo ritorno, che sarà in perfetta sintonia con il personaggio che si è creato in questi decenni di televisione: misurato, tradizionale quanto basta, capace di mettere a proprio agio gli ospiti. Non a caso, in una intervista a Repubblica ha subito messo le mani avanti: «Non so se ho ancora l'orecchio musicale giusto». Ma poi ha fatto filtrare tra le righe qualche primo orientamento. Ad esempio: «Non arriverei mai alle due di notte» come si è fatto durante le conduzioni di Amadeus. Dopotutto il confronto con Amadeus sarà uno degli scogli della prossima edizione. «Ha fatto un grande lavoro, ma non si può ragionare sui precedenti, altrimenti dopo Baudo non lo avrebbe dovuto fare più nessuno» aveva detto sempre Carlo Conti a Repubblica smorzando qualsiasi paragone. E in fondo fa bene, come fa bene a non sottolineare che nell'ultimo decennio il Festival è quasi sempre stato in crescita negli ascolti e il «trend» è partito anche con Carlo Conti. Dopo la fine del suo terzo Festival, quello cocondotto con Maria De Filippi, si pensava che il successore Claudio Baglioni avrebbe patito un calo negli ascolti. E invece non andò così, a conferma che, nei corsi e ricorsi televisivi, Sanremo aveva ripreso la corrente positiva. Per la cronaca, nel 2015 vinse Il Volo, nel 2016 toccò agli Stadio mentre nel 2017 Francesco Gabbani stupì tutti con quella Occidentali's Karma che, grazie alla trovata della «scimmia», diventò anche un punto di svolta nelle coreografie festivaliere.

Di certo, si parla di un'era musicale distinta e distante da quella di oggi, un'era che Baglioni e Amadeus hanno attualizzato cambiando drasticamente lo scenario. Oggi il Festival di Sanremo ha raggiunto una qualità musicale all'altezza degli standard internazionali. Anzi, come si è visto nell'ultimo Eurovision con Angelina Mango, spesso anche notevolmente superiore. Ormai per gli artisti non conta più vincere il Festival, conta partecipare perché l'esposizione garantita è gigantesca e concede l'imperdibile possibilità di reinventarsi. Lo hanno fatto in tanti negli scorsi anni, da Orietta Berti in avanti, intercettando grazie all'Ariston un pubblico nuovo e più giovane. E sarà una tendenza che di sicuro Carlo Conti non si lascerà sfuggire, quindi prepariamoci perché nel cast ci sarà qualche nome imprevedibile, che sia in gara oppure no. Si parla di Tiziano Ferro e di altri big che diventerebbero sanremesi per una settimana. Ma non solo.

Conti ha confessato di avere due sogni nel cassetto: i Pink Floyd e Vasco Rossi. Esclusi i primi, è molto più probabile pensare al secondo, sarebbe un botto. Per i suoi quarant'anni (in Rai), Carlo Conti potrebbe riuscirci.

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