Previdenza e pensioni

Pensioni ai superstiti, tutte le novità Inps

La novita arriva dopo la sentenza della Corte costituzionale n.88 del 2022 ed è stata resa nota dall’Inps tramite la Circolare 64/2024

Pensioni ai superstiti, tutte le novità Inps

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Novità per i nipoti maggiorenni orfani che sono stati riconosciuti come “inabili” al lavoro, viventi a carico degli ascendenti, questi soggetti sono inclusi tra i destinatari diretti e immediati della pensione ai superstiti. L'aggiornamento arriva dopo la sentenza della Corte costituzionale n.88 del 2022 ed è stata resa nota dall’Inps tramite la Circolare 64/2024. Ecco tutti gli aggiornamenti.

Cosa è accaduto

La Consulta ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 38 del dpr n. 818/1957 nello specifico riferendosi alla sezione in cui non vengono inclusi, tra i beneficiari della pensione ai superstiti, i nipoti maggiorenni orfani e inabili al lavoro dei quali ci sia la prova che siano in vita e a carico degli ascendenti. In questo frangente la Corte Costituzionale tramite la sentenza n.180/1999 aveva accertato il diritto alla pensione ai superstiti dei nonni. La Corte ha specificato che se il legame sotteso al rapporto tra nonno e nipote minorenne deve essere ritenuto meritevole di tutela, la stessa valutazione dev’essere applicata anche nei confronti del rapporto familiare tra l’ascendente e il nipote, maggiore di età, orfano e inabile al lavoro. In questo ultimo caso la relazione può essere considerata come la stessa che si instaura tra ascendente e nipote minore di età.

La precisazione sui nipoti maggiorenni

In quanto ai nipoti orfani maggiorenni che vengono dichiarati inabili al lavoro hanno diritto a ricevere la pensione ai superstiti nel caso in cui i nonni muoiano rispettando la condizione che i soggetti in quesitone fossero a carico. Il concetto di pensione ai superstiti include la pensione di reversibilità, ovvero il trattamento che spetta in caso di morte di un soggetto pensionato, che quella indiretta, ovvero al cifra corrisposta in caso di morte di un soggetto in condizione attiva che abbia maturato almeno 15 anni di contributi o, in alternativa, 5 anni di contributi di cui almeno 3 nei cinque anni prima alla data della morte.

La vivenza a carico

Considerando il requisito della “vivenza a carico” è necessario soddisfare due condizioni. La rima riguarda la non autosufficienza economica, dove il reddito individuale del superstite, dedotti i redditi non computabili per legge, non deve oltrepassare l’importo del trattamento minimo della pensione maggiorato del 30%. La seconda, invece, si riferisce al mantenimento abituale che prevede la convivenza del soggetto in questione con il soggetto che lo manteneva al momento della decesso. È necessario dimostrare entrambe le condizioni per accedere alla misura.

La riliquidazione

In quanto alla riliquidazione da questa può essere stabilita una riduzione del trattamento o la revoca. Facendo un esempio, nel primo caso la situazione del concorso del coniuge e/o dei figli del dante causa, nel secondo, invece, l’ipotesi in cui vi siano i fratelli o sorelle.

Le somme che saranno state riconosciute indebitamente non saranno considerate come oggetto di ripetizione da parte dell’Inps, escluso il caso del dolo del percettore.

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