Giro, il cannibale Pogacar domina la volata a Prati di Tivo ed allunga sui rivali

La maglia rosa tiene a distanza la fuga, riprendendo Paret-Peintre a 4 chilometri dall'arrivo. Lo sloveno non vuole strafare, rintuzza gli attacchi di Tiberi e vince a braccia alzate a Prati di Tivo

Giro, il cannibale Pogacar domina la volata a Prati di Tivo ed allunga sui rivali

Pianura, salita, poco importa a Tadej Pogacar. Il dominatore del Giro d’Italia, dopo aver schiantato i rivali nella cronometro di ieri, trionfa anche nell’arrivo in salita di Prati di Tivo, portando a quasi tre minuti il vantaggio sul secondo in classifica Martinez. La tappa è stata caratterizzata da una lunga fuga e dall’azione solitaria del francese Valentin Paret-Peintre, ma i fuggitivi non riescono mai ad allungare grazie al lavoro della squadra della maglia rosa.

Dopo che il francese viene ripreso a quattro chilometri dalla fine, Pogacar controlla senza troppi problemi gli scatti dell’azzurro Tiberi per poi imporre di nuovo la sua legge nella volata in salita. Un’ennesima prova di forza del campione sloveno che dimostra ancora di averne molto di più dei suoi rivali.

Attacchi a ripetizione

Nonostante le salite da affrontare in giornata siano parecchie e molto complicate, già dalla partenza iniziano i primi tentativi di lanciare delle fughe. I primi a salutare il gruppo sono gli azzurri Frigo, Bais, seguiti poi da Pozzovivo ed un altro manipolo di temerari: un po’ troppi per evitare che la squadra di Pogacar non si metta davanti a ricucire lo strappo. Nell’avvicinamento alla prima salita di giornata, Steinhauser e Costiou lanciano un nuovo attacco e si guadagnano circa 17 secondi di vantaggio. All’inizio della Forca Capistrello Foss e Calmejane raggiungono il duo di testa, seguiti durante la salita da un gruppo più consistente di ciclisti. La salita vede una serie di attacchi e contrattacchi, ma al Gpm sono i tedeschi Geschke e Steinhauser ad avere la meglio su Romain Bardet e l’azzurro Verre.

Durante la discesa, la fuga si ricompatta ed i 14 ciclisti guadagnano circa 2 minuti sul peloton guidato dai gregari di Pogacar, incapaci di controllare del tutto la corsa. Ad 80 chilometri dall’arrivo tra i più vivaci il francese Alaphilippe ma non c’è grandissima collaborazione tra i fuggitivi. La situazione si movimenta nell’avvicinamento al traguardo volante della Leonessa, con l’azzurro Martin Marcellusi che ha la meglio sull’ecuadoregno Narvaez e l’australiano Storer. Il ritmo dei fuggitivi non è elevatissimo, tanto che il gruppo riesce a recuperare parecchio terreno prima della salita della Croce Abbia, preceduta dallo sprint per l’Intergiro a Capitignano. I tre secondi di accredito in palio se li prende Bardet, precedendo Steinhauser e Sheffield.

Arrivano le salite vere

I sette chilometri della salita della Croce Abbio vedono uno strappo guidato da un quartetto composto dall’azzurro Verre, Nairo Quintana, Steinhauser e Mulubrhan, raggiunti poco dopo da Sheffield. L’attacco vede un momento di difficoltà per Alaphilippe e De Marchi, che perdono terreno ma i quattro di testa non spingono abbastanza per evitare che il duo riesca a rientrare sulla fuga. Il gruppo sale con regolarità fino al Gpm, dove il tedesco Geschke riesce a prendersi 9 punti e portarsi al secondo posto della classifica scalatori dietro la maglia rosa Pogacar. Alle sue spalle Steinhauser ha la meglio sull’azzurro Marcellusi ed il francese Paret-Peintre ma all’inizio della salita che porta ai piedi della salita finale di Prati di Tivo il vantaggio della fuga non è affatto rassicurante. Arrivare in testa da soli sarà davvero difficile.

A 30 chilometri dall’arrivo, netta accelerazione del gruppo, che riesce a ridurre il distacco dai fuggitivi sotto al minuto. La testa del gruppo vede un buon numero di ciclisti della Uae a dare una mano a Pogacar: a meno di sorprese, il campione sloveno potrebbe portarsi a casa anche questa tappa. La salita di Prati di Tivo ha una pendenza media del 7% ma alcune rampe sono ben oltre il 12%: gestire le energie sarà fondamentale per evitare distacchi importanti all’arrivo. L’azione della Uae è importante, tanto da far perdere parecchi pezzi a molte delle squadre rivali. Tra i fuggitivi, scatto di Verre che viene raggiunto da altri cinque ciclisti: ad 11 chilometri dall’arrivo, il gruppo, però, è a soli 30 secondi.

Giro 2024 tappa 8 fuga salita

Un dominio imbarazzante

Considerato che il primo tratto della salita finale è il più semplice, si susseguono le azioni tra i fuggitivi prima di essere raggiunti da quel che rimane del peloton, ridotto ai minimi termini dal forcing della Uae Team Emirates e dal rilancio della Bora-Hansgrohe. La cosa non piace a Valentin Paret-Peintre ed il francese scatta forte: Steinhauser prova a reggere il passo ma è costretto a lasciar andare via il ciclista della Decathlon, che progressivamente guadagna una ventina di secondi. Il ritmo è troppo pesante per Lutsenko e Lopez, con l’ultimo vincitore a Prati di Tivo che perde contatto con il gruppo della maglia rosa. Se Pogacar ha Majka a dargli una mano, Thomas può contare su Arensman ma non mancano gli italiani, da Tiberi ad Aleotti fino a Pozzovivo.

Se il francese si prende i tre secondi sull’ultimo traguardo volante, il gruppo maglia rosa continua a salire senza grossi strappi, rosicchiando secondi su secondi al fuggitivo ancora prima delle rampe più difficili della salita. Paret-Peintre viene ripreso a 4 chilometri dall’arrivo e si mette in coda, con Majka in testa a dare il ritmo al gruppetto di testa. Importante, comunque, che Geraint Thomas sia ancora alla ruota di Pogacar: la pedalata dello sloveno è agile, come quella di Tiberi, mentre Martinez sembra faticare di più su questa salita importante. A due chilometri dall’arrivo, la maglia rosa rimane dietro al compagno di squadra, senza però provare a dare ulteriori strappi.

Giro 2024 tappa 8 Paret Peintre fuga

Il primo scatto lo mette il laziale Tiberi, seguito a ruota da Pogacar e dalla maglia bianca Uijtebroeks: appena il gruppo si ricompatta, nuovo attacco di Arensman, ancora una volta rintuzzato dal campione sloveno. All’ultimo chilometro ci prova ancora l’azzurro ma la maglia rosa non ne vuole sapere di lasciar partire nessuno dei rivali: a questo punto si deciderà tutto in volata. A 300 metri dall’arrivo Majka tira la volata a Pogacar ed il campionissimo non ha alcun problema a tenere a bada i rivali, vincendo alzandosi a malapena sui pedali. Una prova di forza impressionante quella dello sloveno, che allunga ulteriormente sui rivali senza strafare.

La classifica

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La tappa di domani

Dopo una prima settimana decisamente faticosa, l’ultima tappa prima della giornata di riposo sarà solo all’apparenza facile, con un’ultima parte da prendere con le molle. Se i primi 180 km sono più o meno piatti, a parte due salite non impossibili, gli ultimi 34 chilometri che fiancheggiano la costa tirrenica sono più complicati, con un dislivello complessivo di 1.300 metri.

Giro 2024 tappa 9 altimetria

A dare il via ad un finale complicato il Gpm di 4a categoria di Monte di Procida, che poi darà il via ad una serie di salitelle corte ma parecchio ripide.

Il finale, invece, vedrà parecchie curve su strade molto strette, cosa che potrebbe aprire il fianco a fughe di gruppo prima della lunga discesa verso Napoli. Gli ultimi tre chilometri saranno invece del tutto piatti: si finirà in volata o quest’anno la fuga riuscirà ad arrivare sotto al Vesuvio?

Giro 2024 tappa 9 planimetria

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