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"Fs, la sfida della governance è vinta"

La presidente delle Ferrovie dello Stato, Nicoletta Giadrossi: "Per sviluppare strategie e performance andava riformata. Ora siamo come un gruppo quotato"

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Nicoletta Giadrossi, presidente delle Ferrovie dello Stato dal 2021, il suo mandato è caratterizzato dall'impegno su ambiente, sociale e governance, sintetizzati nell'acronimo ESG. Ma è la sostenibilità il tratto comune, non è vero?

«Abbiamo introdotto il concetto di sostenibilità come indirizzo programmatico nello statuto. E quindi è obbligatorio per noi come gruppo pensare in termini di strategia sostenibile, cioè introducendo la sostenibilità in tutti i processi decisionali e operativi del gruppo. Per esempio, quando parliamo di decisione di investimento, i criteri che usiamo non sono solo finanziari, ma anche di impatto carbone, oppure scegliendo materiali che possono essere ecosostenibili o più facilmente riciclabili. Anche quando parliamo di sviluppo urbano, guardiamo criteri che sono anche quelli di riduzione delle disuguaglianze tra i territori. Abbiamo lavorato per rendere le nostre attività sostenibili secondo la tassonomia del Commissione Ue e stiamo riducendo le emissioni per arrivare alla neutralità carbone dal 2040».

Cosa si intende con la «S» di sociale?

«I nostri criteri vertono soprattutto sulla diminuzione delle disuguaglianze. Tra le varie iniziative l'ultima è il potenziamento delle piccole stazioni, che diventano hub di servizi per le comunità locali, creando più connettività. L'altro grande cantiere è stato la parità di genere in tutto l'ecosistema: dall'identificazione dei profili per rendere appetibile il gruppo ai talenti femminili, rafforzando i presidi nelle facoltà STEM, introducendo la parità di genere negli incentivi variabili e creando percorsi di carriera che prendono in considerazione la maternità».

E la governance?

«È il compito che spetta al presidente. La nostra idea è che la governance è la chiave di volta su cui si appoggia poi l'implementazione della strategia, la performance finanziaria e l'organizzazione. Abbiamo deciso, pertanto, di allinearci al Codice di Autodisciplina delle società quotate di Borsa Italiana in maniera volontaria. Abbiamo potenziato tutte le aree - audit, rischio, la compliance, data protection, anti-corruption - con dei presidi molto più articolati, aumentando l'organico più del 30 e iniziando la certificazione anti-corruzione ISO 37001. Il secondo punto è stato di rinforzare i processi del consiglio, della holding e delle controllate, quindi chiarendo l'assetto societario».

Come state introducendo l'intelligenza artificiale nel vostro settore?

«I nostri progetti pilota puntano sulla manutenzione predittiva, quindi l'analisi degli interventi passati e l'interpretazione dei trend che possono servirci a essere più rapidi e più incisivi sulla manutenzione: la sensoristica e l'uso di big data anche per identificare i trend di flusso nei trasporti passeggeri e merci».

Ferrovie si definisce operatore sistemico di mobilità. Che tipo di bilancio traccia nella sua presidenza per questa parte della vostra mission?

«Per noi il servizio al Paese si pone su diversi pilastri. Il primo è il rinnovo e il potenziamento, anche attraverso i fondi Pnrr, della nostra infrastruttura che ha un'età media di 70 anni. La missione più ardua è creare la connettività tra i territori, quindi diminuire le zone bianche, diminuire le zone in cui ci sono pochi presidi. Infine, abbiamo creato un polo urbano che rinnova le zone in cui siamo presenti. Ma soprattutto siamo una fabbrica di talenti con 12mila assunzioni l'anno scorso che significano formazione e impiego».

Come valuta i suoi tre anni all'interno di Fs? Quali gli aspetti positivi e su che cosa invece bisognerebbe lavorare ancora?

«Penso che le nostre persone, le competenze che hanno, la fierezza di appartenere a gruppo siano un punto di forza molto grande, perché è attraverso le persone che poi si mette a terra il piano industriale. Per quanto riguarda quello che si deve fare, andiamo verso un concetto di mobilità multimodale integrata e dobbiamo ripensarla. Questo è ancora un cantiere».

Le interesserebbe chiudere questi cantieri in prima persona, con un altro mandato?

«Questi tre anni sono stati una formidabile esperienza di un grande lavoro di squadra, fatto sia a livello del cda, sia con i manager e

l'Ad Luigi Ferraris. Il nostro azionista mi ha dato l'opportunità di servire il mio Paese, sistemando la governance del gruppo, e questo è stato fatto. Sono fiera di aver potuto contribuire, non faccio altre considerazioni».

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