Guerra

Raid israeliani su Rafah e Gaza City. Abu Mazen: "Solo gli Usa possono fermarli"

In attesa dell'operazione di terra più volte annunciata, questa notte i caccia israeliani hanno compiuto un attacco su Rafah con lo scopo di colpire le fazioni palestinesi. Il bilancia è di 22 vittime civili, tra cui un neonato

Raid israeliani su Rafah, almeno 27 morti. Abu Mazen: "Solo gli Usa possono fermarli"

Sale a 22 morti il bilancio dei raid aerei israeliani su Rafah di questa notte, nel sud della Striscia di Gaza. Tra le vittime cinque bambini, di cui il più piccolo di appena cinque giorni, secondo i funzionari sanitari palestinesi. Negli attacchi sarebbero state colpite tre abitazioni: nella prima le vittime sarebbero undici, secondo i registri dell'ospedale Abu Yousef al-Najjar, dove sono stati portati i corpi. Nella seconda sono rimaste uccise otto persone, compreso un padre di 33 anni e il suo figlioletto di cinque giorni, stando sempre ai registri degli ospedali. Nella terza casa colpita sono morti tre fratelli. La notizia è stata confermata da un reporter dell'Associated Press che ha potuto vedere i corpi all'ospedale, dopo l'attacco.

L'obiettivo dei raid su Rafah

I raid aerei avvenuti questa notte da parte dei caccia israeliani su alcune case private di Rafah, avrebbero lo scopo di colpire obiettivi delle fazioni palestinesi in vista dell'imminente offensiva di terra nella zona. L'offensiva, annunciata ormai da tempo ma sempre rimandata, sarebbe semprepiù vicina e a dimostrarlo sono i nuovi piani di guerra approvati ieri dall'esercito di Tel Aviv per la "continuazione della guerra". Per il presidente dell'Autorità palestinese, Mahmoud Abbas, l'attacco a Rafah è questione di giorni e per questo ha esortato gli Stati Uniti a intervenire, ritenendoli gli unici in grado di impedire l'operazione. "Ci hanno assicurato che non andranno a Rafah finché non avremo avuto la possibilità di condividere veramente con loro le nostre prospettive e le nostre preoccupazioni", ha assicurato il portavoce della Casa Bianca John Kirby.

Abu Mazen, il presidente palestinese, ha dichiarato: "Solo gli americani possono fermarli".

Ma la prosecuzione delle operazioni è parzialmente nelle mani dei negoziati tenuti in piedi dall'Egitto: a paventare l'ipotesi di un accoro Israele-Hamas perfino il ministro del gabinetto di guerra israeliano Benny Gantz che ha ribadito come la salvezza degli staggi israeliani sia sovraordinata a qualsiasi operazione militare sul campo. Una delegazione del gruppo palestinese è attesa, infatti, oggi al Cairo per discutere la proposta di Israele e dare una risposta che potrà determinare le sorti del raid a cui lo Stato ebraico si prepara da settimane.

La telefonata Biden-Netanyahu: non ci sarà sostegno Usa nell'invasione di Rafah

Proprio ieri, nuovo contatto telefonico tra presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, "reiterando la sua posizione chiara" in merito alla probabile offensiva delle Forze di difesa israeliane su Rafah. Biden si è confrontato con Netanyahu anche in merito alla sorte degli ostaggi israeliani ancora detenuti e alla possibilità di un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Nelle ultime settimane Washington ha più volte avvertito che non sosterrà un'operazione militare israeliana contro Rafah in assenza di piani credibili per l'evacuazione e l'assistenza umanitaria dei civili palestinesi. Il portavoce del Consiglio di sicurezza della Casa Bianca, John Kirby, ha dichiarato che Israele ha accettato di ascoltare le preoccupazioni e i pareri di Washington prima di procedere all'invasione.

In una nota di Pennsylvania Avenue, Biden, inoltre, ha riaffermato il suo fermo impegno per la sicurezza di Israele dopo il successo della difesa contro l'attacco senza precedenti dell'Iran con missili e droni all'inizio del mese. Ha inoltre fatto il punto sui colloqui in corso per garantire il rilascio degli ostaggi e l'immediato cessate il fuoco a Gaza. Biden, inoltre, "ha fatto riferimento alla sua dichiarazione, insieme ad altri 17 leader mondiali, in cui chiedeva ad Hamas di rilasciare senza indugio i propri cittadini per garantire il cessate il fuoco e i soccorsi alla popolazione di Gaza. Il Presidente e il Primo Ministro hanno anche discusso dell'aumento dell'assistenza umanitaria a Gaza, anche attraverso i preparativi per l'apertura di nuovi valichi settentrionali a partire da questa settimana. Il Presidente ha sottolineato la necessità che questi progressi siano sostenuti e rafforzati in pieno coordinamento con le organizzazioni umanitarie".

Egitto e Giordania contro l'offensiva su Rafah, la visita di Blinken

Mentre i negoziati proseguono, Egitto e Giordania hanno entrambi chiesto a Israele di evitare assolutamente un attacco a Rafah, che provocherebbe un disastro umanitario.Il caldo incombe, e questo sta già aggravando tantissimo le condizioni igienico-sanitarie qui come nella Striscia. Ne hanno parlato dinanzi al World Economic Forum straordinario in corso a Riad. "Dobbiamo fare del nostro meglio per evitarlo. Qualsiasi attacco a Rafah causerà disastri e sfollamenti di palestinesi", ha detto il primo ministro egiziano Mustafa Madbouly, riportando la preoccupazione prima dell'Egitto, ovvero che migliaia di sfollato possano entrare nel Paese. Anche il primo ministro giordano Bashar al-Hasawneh ha aggiunto che "un'operazione a Rafah sarebbe un disastro e il mondo deve unirsi per raggiungere un cessate il fuoco e garantire che gli aiuti raggiungano Gaza".

Atteso nell'area quest'oggi, il Segretario di Stato Usa Anthony Blinken, giunto a Riad all'inizio di un nuovo tour nella regione mediorientale. Il nuovo viaggio nella regione è volto a promuovere una tregua tra Israele e Hamas, un accordo sugli ostaggi e ad aumentare gli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza.

Secondo quanto ha reso noto il Dipartimento di Stato Usa, Blinken, che successivamente visiterà la Giordania e Israele, incontrerà nella capitale saudita i ministri degli Esteri arabi ed europei del Golfo in visita sui piani del "day after" per la ricostruzione della Gaza postbellica.

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