Guerra in Israele

Tregua a Gaza, ottimismo da Arabia ed Egitto. Tajani: "Fiducioso sul cessate il fuoco"

Il ministro degli Esteri del Cairo si è detto "fiducioso", mentre il suo omologo di Riad ha affermato che hanno deciso a grandi linee ciò che deve accadere sul fronte palestinese. Segretario di Stato Usa: "Proposta di Israele molto generosa"

Tregua a Gaza, ottimismo da Arabia ed Egitto. Tajani: "Fiducioso sul cessate il fuoco"

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Tregua a Gaza, ottimismo da Arabia ed Egitto. Blinken: spero in ok di Hamas

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Si intravedono spiragli di tregua in Medio Oriente. Alla sessione speciale del World Economic Forum di Riad, il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry si è detto “fiducioso” in merito alla nuova proposta di cessate il fuoco sulla quale si attende una risposta di Hamas e Israele. Secondo il capo della diplomazia del Cairo, la bozza d’intesa “ha preso in considerazione le posizioni di entrambe le parti e ha cercato di ottenere moderazione”.

Dobbiamo stabilire le condizioni che portino alla partecipazione di Hamas alla creazione di uno Stato palestinese. Finché ci sarà l'occupazione, la resistenza sarà giustificata secondo il diritto internazionale”, ha aggiunto Shoukry. “Desideriamo fondare uno Stato palestinese e porre fine al ciclo di violenza che dura da 70 anni”. Il ministro ha poi ricordato che la comunità internazionale ha rifiutato una soluzione militare per Rafah, poiché causerebbe una catastrofe umanitaria.

Sulla questione è intervenuto anche il segretario di Stato americano Antony Blinken, che ha espresso la speranza che l’organizzazione palestinese accetti la proposta di accordo che ha definito “straordinariamente generosa da parte di Israele”. “In questo momento, l'unica cosa che si frappone tra il popolo di Gaza e un cessate il fuoco è Hamas”, ha aggiunto il numero due della Casa Bianca. “Devono decidere e devono decidere in fretta. Spero che prendano la decisione giusta e che possiamo avere un cambiamento fondamentale nella dinamica”. Blinken ha poi espresso ottimismo sulla sottoscrizione del patto di sicurezza tra Stati Uniti e Arabia Saudita, che comprende la normalizzazione dei rapporti con Israele. Il ministro degli Esteri di Riad Faisal bin Farhan Al Saud ha dichiarato che le due parti sono “molto, molto vicine” a concludere le trattative e che “la maggior parte del lavoro è già stato fatto. Abbiamo le grandi linee di ciò che pensiamo debba accadere sul fronte palestinese”.

Anche il capo della diplomazia britannica David Cameron ha parlato di "un'offerta molto generosa" rivolta ad Hamas, che comprende "un cessate il fuoco prolungato di 40 giorni, il rilascio di potenzialmente migliaia di prigionieri palestinesi, in cambio del rilascio degli ostaggi". Secondo il ministro di Londra, inoltre, la soluzione dei due Stati è nell'interesse di Israele, ma richiede un "cambiamento di pensiero" tra i palestinesi sulla natura delle relazioni future con lo Stato ebraico. Cameron ha infatti sottolineato che la creazione di una nazione per il popolo palestinese deve garantire anche la sicurezza di Tel Aviv e che al momento Hamas è "favorevole a una soluzione senza Israele".

Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani. "Al lavoro con i partner occidentali e arabi per una soluzione alla crisi mediorientale. Come presidenza G7 chiediamo rilascio ostaggi e cessate il fuoco sostenibile che permetta assistenza umanitaria. Presenterò l'iniziativa Food for Gaza in aiuto alla popolazione civile", ha scritto in un post su X. Il vicepremier, presente a Riad per il World Economic Forum, ha sottolineato che l'obiettivo dell'Italia "è premere per un cessate il fuoco immediato, per il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani e per far entrare al più presto, massicciamente, gli aiuti per la popolazione civile di Gaza. L'emergenza è insostenibile, va affrontata immediatamente", oltre a fare passi avanti per raggiungere la soluzione dei due Stati.

Nel frattempo, una delegazione di Hamas è attesa al Cairo per discutere della proposta. Per quanto riguarda lo Stato ebraico, il governo di Benjamin Netanyahu si trova ad affrontare continue pressioni interne. Da un lato, i partiti di estrema destra premono per un’offensiva a Rafah e per il rifiuto di qualsiasi accordo con i terroristi. Dall’altro, l’ala più moderata e capeggiata da Benny Gantz ha dichiarato che l’esecutivo “perderà il diritto di esistere” se non farà tutto il possibile per riportare a casa gli ostaggi ancora detenuti nella Striscia.

Intanto, il comando delle Idf ha approvato i piani per l’invasione della città al confine con l’Egitto che, nonostante i continui rimandi, sembra ormai imminente.

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