Cronache

Green Hill, azienda rinuncia al ricorso contro il sequestro

La Marshall rinuncia al ricorso contro il sequestro probatorio dei 2.600 beagle detenuti nell’allevamento

Green Hill, azienda rinuncia al ricorso contro il sequestro

L’azienda Green Hill ha rinunciato al ricorso in Corte di cassazione contro il sequestro probatorio disposto dalla magistratura bresciana. Adesso la Lega Antivivisezione (Lav) chiede "il processo per punire i responsabili e chiudere l’allevamento della morte" che ospitava cani beagle destinati alla sperimentazione animale. "È il logico epilogo di questa storia", ha commentato il deputato Maria Vittoria Brambilla spiegando che "il ricorso della Marshall, più che un atto giudiziario, era un debole tentativo di rivalsa contro l’opinione pubblica italiana e contro i militanti animalisti, che l’hanno praticamente »cacciata« dal nostro Paese".

"Siamo felici", ha spiegato l’associazione animalista facendo notare che la nuova tappa della vicenda giudiziaria conferma la validità del sequestro probatorio dei beagle di Green Hill disposto dalla Procura della Repubblica di Brescia."Ora si faccia il processo per punire i responsabili e chiudere definitivamente l’allevamento della morte", ha incalzato la Lav secondo cui "questa ritirata fa supporre che ad una nuova valutazione del caso, la ditta abbia finalmente capito che non aveva alcuna possibilità di vincere e fa ben sperare per il buon esito della vicenda giudiziaria". Gli oltre 2600 beagle sequestrati nel luglio scorso a Montichiari (in provincia di Brescia) e affidati a famiglie sotto custodia giudiziaria "possono continuare a dormire sonni tranquilli". L’ex ministro del Turismo ha osservato che "scappano dall’aula della Cassazione perchè sanno che la loro attività in Italia ormai è finita e che insistere è inutile. Per questo, al di là delle argomentazioni giuridiche, personalmente non ho mai dubitato del fatto che i cani sarebbero rimasti alle famiglie affidatarie". La vicenda Green Hill, culminata con il sequestro e la liberazione dei cani nel luglio scorso ha già guadagnato un posto stabile nella storia come esempio di grande battaglia popolare ed evento-simbolo di una profonda rivoluzione nel rapporto tra uomini e animali. Secondo la Brambilla, ricorsi e controricorsi "non possono cancellare quello che è accaduto in Italia, dove la magistratura, per la prima volta, ha interpretato il reato di maltrattamento in chiave realmente moderna, cioè dal punto di vista degli animali e delle loro esigenze etologiche contro gli enormi interessi di una grande multinazionale indifferente a tutto salvo che alle ragioni del proprio guadagno.

Non solo i cani sono e resteranno fuori dal lager, ma con questa attività la Marshall qui ha chiuso".

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