Cronache

Se la diocesi di Roma non rispetta "Amoris Laetitia"

La diocesi di Roma non rispetterebbe le "istruzioni" di Bergoglio contenute in "Amoris Laetitia". Un articolo a firma di Magister rilancia la questione

Se la diocesi di Roma non rispetta "Amoris Laetitia"

La diocesi di Roma sarebbe la prima a non rispettare le direttive del Papa contenute nell'esortazione apostolica "Amoris Laetitia". Secondo questo articolo scritto da Sandro Magister - infatti - nella città in cui il pontefice è vescovo, "le istruzioni" sulla comunione ai divorziati risposati sarebbero "molto più restrittive" rispetto a quelle della regione di Buenos Aires. La questione è complessa: Bergoglio non ha mai risposto ai "dubia" sollevati da quattro cardinali sul capitolo ottavo del suo testo, limitandosi ad ufficializzare le linee guida e pubblicando negli atti ufficiali del suo pontificato, gli Acta Apostolicae Sedis, la lettera con cui ha definito corretta l'interpretazione dei vescovi argentini. Burke, Caffarra, Meisner e Brandmueller non hanno mai ricevuto comunicazioni ufficiali sul ricevimento del loro testo nè hanno mai avuto chiarimenti in merito. Solo qualche giorno fa - poi - il cardinale Kasper si è auspicato che la "spiacevole discussione" su Amoris Laetitia, proprio per via della pubblicazione citata, si sia definitivamente conclusa. Papa Francesco - seppur indirettamente - ha risposto. Ma "Amoris Laetitia" viene applicata sempre nello stesso modo? Leggendo quanto scritto da Magister sembrerebbe di no o meglio sembrerebbe che la parte inerente all'accesso ai sacramenti da parte dei divorziati risposati sia interpretata in modo diverso a seconda della latitudine.

Secondo quanto scritto da Magister - infatti - "L'istruzione in uso a Roma" sarebbe "un capolavoro di equilibrio tra innovazione e tradizione". Quello stesso equilibrio in qualche modo presente nella prefazione del cardinale Gerhard Müller, ex prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, al libro di Rocco Buttiglione sull'esortazione apostolica del Papa. Lo stesso - ancora - che seguirerebbe "la linea sottile" sulla questione di Benedetto XVI . Sostanzialmente, Ratzinger e Mueller ammetterebbero un solo caso: quello in cui un divorziato risposato sia certo dell'invalidità del proprio matrimonio in Chiesa a causa dell'"assenza di fede" o di "altri requisiti essenziali", ma non possa provarlo effettivamente. In sintesi: quando il primo matrimonio è nullo, ma non è possibile dichiararlo tale a causa delle mancanza di prove sufficienti. Scrive il cardinale Vallini nelle istruzioni per la diocesi di Roma: "Chi può decidere? Dal tenore del testo e dalla 'mens' del suo Autore non mi pare che vi sia altra soluzione che quella del foro interno", sottolinea il vicario del Papa per Roma - e ancora: "Infatti il foro interno è la via favorevole per aprire il cuore alle confidenze più intime, e se si è stabilito nel tempo un rapporto di fiducia con un confessore o con una guida spirituale, è possibile iniziare e sviluppare con lui un itinerario di conversione lungo, paziente, fatto di piccoli passi e di verifiche progressive". Spetta al confessore - insomma - decidere.

In Argentina - invece - le cose andrebbero differentemente. L'accesso ai sacramenti per i divorziati risposati sarebbe considerato in modo molto più elastico rispetto a quanto raccomandato da Vallini per Roma. Il problema risiede nel fatto che il Papa ha avallato le linee guida argentine solo pochi giorni fa. Si è chiesto, quindi, il vaticanista dell'Espresso: "A questo punto l'interrogativo sorge naturale. Quale delle due istruzioni, quella di Roma e quella di Buenos Aires, è la più vicina alla "mens" di papa Francesco?".

Il dibattito su Amoris Laetitia continua ad interessare tanto i vaticanisti quanto i fedeli di tutto il mondo: un microscopico atto del pontificato di Francesco, rispetto al dato complessivo di tutte posizioni prese dal pontefice in questi cinque anni di magistero, che è riuscito tuttavia a sollevare un polverone dottrinale che pare lontano dal risolversi in via definitiva.

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